Un giorno qualunque

Fotografie di Simone Cerio

Quali sono le storie di chi è arrivato nel nostro Paese per migliorare la propria vita, o per sopravvivere alla guerra, e ne è diventato parte integrante? Che vita hanno vissuto? Chi erano e chi sono diventati?
“Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia” è un riflettore su tanti ‘momenti qualunque’, di ‘giorni qualunque’, di ‘vite qualunque’, in cui cambia tutto. Un riflettore su storie interrotte che, in un giorno qualunque, ricominciano in Italia.
Ognuno di noi può fare una scelta, ogni giorno, grande o piccola che sia, anche quando scegliere vuol dire avere il coraggio di “scappare, che a volte è l’unico modo che hai per combattere”.
Le storie ci fanno riflettere sulla nostra capacità di aprirci a nuove culture, a nuovi mondi. Sul risvolto positivo dell’integrazione, poco raccontato perché purtroppo lascia ancora troppo spesso spazio a episodi di razzismo.
Ci fanno guardare le cose anche da un altro punto di vista, per comprendere i sacrifici fatti da chi arriva nel nostro Paese per ricominciare, partendo da ciò che si è.

“Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia” è stato realizzato nell’ambito del progetto “NO ALLA GUERRA, per una società pacifica e inclusiva rispettosa dei diritti umani e della diversità fra i popoli – AID 011792”, con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

https://ungiornoqualunque.emergency.it/

TRA LACRIME E SANGUE

Sono scappato per motivi politici.
Senza il supporto di tutte le persone che mi hanno aiutato non sarei qui.
L’interazione è la chiave dell’integrazione in una comunità.

Aras

Aras ha 44 anni ed è originario della Siria. Nel 2012 scappa, insieme a sua moglie e al primo figlio, dal suo Paese, dove era stato incarcerato perché oppositore del governo. La cella in cui viene rinchiuso era minuscola, insieme a lui c’erano altre 70 persone, dormiva su “una mattonella” e da mangiare c’era un solo uovo, che dovevano dividere tra tutti. In Siria Aras era un ingegnere. 

DAL BUIO ALLA LUCE

Sono scappata perché c’era la guerra in Siria.
Non volevo che i miei figli vedessero quello che ho visto io.
La mia libertà è ciò che ho di più prezioso. 

Huda Ahmad

Huda ha 34 anni ed è di origini palestinesi. Nel 1948 – dopo la creazione dello Stato di Israele – suo nonno decide di lasciare la Palestina e trasferirsi in Siria. La sua famiglia conserva ancora le chiavi della vecchia casa, come ricordo di una vita passata che nessuno delle generazioni successive ha potuto conoscere. 

Cresce a Yarmouk – zona di Damasco dove vive la più numerosa comunità palestinese in Siria – insieme alla madre, libanese, e al padre, giornalista siriano. 

Con l’arrivo della guerra abbandona gli studi di letteratura inglese all’Università e, nel 2012 – insieme a suo marito e ai suoi due figli – fugge dalla Siria. 

CADERE E RIALZARSI

Cercavo una nuova vita.
Stavo con i sudamericani per non sentirmi solo.

Luis

Luis ha 52 anni ed è originario dell’Ecuador. All’età di 5 anni ha perso i genitori ed è rimasto orfano con suo fratello appena nato, fino a quando una famiglia li ha adottati entrambi. 

Non si sentiva accettato nel quartiere in cui è cresciuto. Cercava una nuova vita.

CANTO E RITMO

Il canto è da sempre la mia passione.
La musica è un’arte senza confini,
mi ha insegnato a sentirmi parte del mondo. 

M’Barka

La mia vita è stata piena di imprevisti.
Sognavo di fare il calciatore.
 Ho imparato a lottare per i miei diritti occupandomi di quelli degli altri.
Mamadou Koaussi

A 22 anni Mamadou ha lasciato il suo Paese, la Costa D’Avorio. A causa della guerra civile è fuggito in Ghana insieme alla sua famiglia. Quasi tutti i familiari partiti con lui – i genitori, tre fratelli e due sorelle – si sono fermati lì fino a quando, tre anni dopo, hanno potuto fare ritorno a casa.

Il viaggio di Mamadou invece è proseguito con il cugino. 

CORPO E IDENTITA’

A causa del mio lavoro ho dovuto lasciare l’Iran.

Il teatro è da sempre il mio rifugio. 

Il linguaggio del corpo crea ponti incredibili fra le persone.

Medhi

Mehdi ha XX anni ed è originario dell’Iran. Nel suo Paese era giornalista televisivo e attore teatrale. 

Lavorava anche per un sito in cui si dava voce alle comunità religiose ai margini e alle fasce più vulnerabili della popolazione. A causa del suo lavoro da giornalista ha dovuto lasciare l’Iran. 

LA DANZA E LA CURA

Sapevo che se mi fossi concentrata sugli studi ce l’avrei fatta.
Il ballo è la mia radice.
Il lavoro da infermiera e la mia famiglia sono il mio presente.

Mercedes

Mercedes è originaria del Perù ed è arrivata in Italia nel 1992, quando aveva 22 anni. È stata sua zia, che aveva vissuto in Italia per qualche anno, ad aiutarla con i contatti.