Fotografie di Marco Ferrario
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Nella “fase 2” della pandemia di Coronavirus ho realizzato un progetto con studenti maturandi di Milano. Li ho ritratti e attraverso un questionario / intervista ho raccolto le loro storie e testimonianze.
Lo scopo del lavoro è stato quello di dare un “microfono” a una generazione che si trova in un momento estremamente complesso e delicato della sua vita, di orientamento, di scelta del percorso futuro, che si tratti di lavoro, università o altro.
La pandemia ha reso questo periodo ancora più critico per molti di loro.
Ho lavorato con la convinzione che la voce di questi giovani potesse aggiungere elementi significativi alla narrazione del periodo storico che stiamo vivendo soprattutto perché, come è stato per i medici e gli operatori sanitari in prima linea nella lotta contro il Covid- 19, questi studenti sono nell’epicentro europeo della diffusione del virus e vivono qualcosa di “eccezionale”.
Ho scelto di fotografare tutti con la propria mascherina perchè essa ha caratterizzato e caratterizza il momento storico che stiamo vivendo e le norme di sicurezza attualmente in vigore in Italia (in particolare la Lombardia) la rendono obbligatoria; la vita degli studenti nei luoghi scolastici e di aggregazione sarà caratterizzata a lungo dalla presenza della mascherina che coprirà parzialmente i loro volti.
Il risultato del lavoro è l’insieme dei volti, delle emozioni, dei sogni, delle preoccupazioni e delle speranze sul futuro di una generazione che vive un momento unico ed eccezionale nella sua esistenza.
Veronica, Liceo Scientifico Alexis Carrel
“Vorrei dire al mondo che i giovani sono forse i più bisognosi anche se sono meno a rischio per il virus. Noi giovani dovremmo sapere che non siamo soli, che non tu o è nemico, che anche il futuro ci sta aspettando, senza lasciarci indietro a sognare ciò che saremmo potuti diventare in una situazione diversa.”
Alba, Liceo Classico Alessandro Manzoni
“Sono preoccupata perché non è chiaro secondo quali modalità si svolgerà l’esame e sono rammaricata di dover concludere il mio percorso liceale senza aver vissuto i tanto attesi “100 giorni”, “ultimo giorno di scuola”, “aperitivo delle quinte”, “festa in montagnetta”, che hanno reso speciale il momento conclusivo del liceo per migliaia di studenti da sempre.”
Pietro, Liceo Scientifico Elio Vittorini
“Non mi sento molto supportato. Le attività di orientamento sono state cancellate a causa della chiusura dell’anno scolastico e dalla scuola non è arrivato un aiuto in questo senso. Personalmente mi sono trovato a navigare in un oceano senza neanche avere la minima idea di dove andare. La famiglia, le parole con i miei cari e le chiacchiere con i vicini hanno reso questi giorni un po’ più spensierati.”
Ilaria, Liceo Linguistico Gaetana Agnesi
“Fortunatamente ho sempre avuto le idee abbastanza chiare circa il mio futuro; vorrei riuscire a studiare psicologia per poter arrivare un giorno ad aiutare le persone più emarginate dalla società, quelle già condannate da tutti solo per un gesto o una parola detta di troppo. Vorrei poter capire e dimostrare il perché di molte azioni, senza un occhio giudicante come quello di molte persone. Vorrei tendere una mano a coloro che le mani le hanno viste solo come mezzo per punire.”
Marco, Liceo Classico Alessandro Manzoni
“Al mondo vorrei dire: ora che ne abbiamo bisogno, amiamoci più che mai e recuperiamo quell’umanità che abbiamo dimenticato e che si fa sentire in modo così inatteso nelle nostre vite, realizzando il cambiamento di cui tanto parliamo, a partire da noi stessi .”
Matteo, Liceo Scientifico Donatelli – Pascal
“Ciò che mi ha creato più difficoltà è stato passare molto tempo al pc per studiare. Mi ha portato ad avere, spesso a fine giornata, il bruciore agli occhi.
La distanza unisce le persone. Sembra paradossale, ma spesso nella nostra società vigono odio e competizione, mentre adesso siamo tutti più solidali gli uni con gli altri, ci sentiamo parte di un tutto.”
Sabrina, Liceo Classico Alessandro Manzoni
“Uscire con la mascherina abbassata è da stupidi. Alle persone che si annoiano direi di imparare a suonare la chitarra, e se non ce l’hanno di imparare assolutamente qualcos’altro. A chi è triste direi di cercare “meme compilations” su Youtube oppure scrivere poesie.
Il meglio che auguro a me stessa è una vita intensa, nutrita soprattutto dalle passioni e dalle amicizie.
Spero che l’università e il lavoro futuro possano contribuire a questa mia prospettiva. In generale, a cinque anni vorrei trovarmi serena, sicura di me e ancora in grado di scrivere poesie e suonare la chitarra.”
Lorenzo, Liceo Scientifico Vittorio Veneto
“Durante la Fase 1 ho sviluppato una tendenza all’apatia e all’insonnia che fortunatamente ora sono sempre meno presenti. Da pochi giorni è stata data la possibilità di vedere amici, una delle cose più importanti per i ragazzi della nostra età. Vederli ha cancellato la noia accumulata, anche se ci sarà da aspettare molto tempo prima di tornare alla normalità.”
Sara, Liceo Scientifico Elio Vittorini
Anna, Liceo Scientifico Elio Vittorini
“Purtroppo in questo periodo è cambiata quell’enorme “sfida” che da tanto aspettavo per dimostrare a me stessa ciò di cui fossi capace. Avrei voluto che le mie conoscenze e le mie capacità venissero valutate nello stesso modo con cui sono state valutate quelle degli altri alunni negli anni precedenti. Invece avrò sempre l’impressione di essere stata facilitata nel passaggio di questo esame.”
Lucia, Liceo Scientifico Elio Vittorini
“Ho deciso di frequentare la facoltà di logopedia ma il mio più grande sogno è sempre stato quello di frequentare l’università fuori Milano, in particolar modo spero di trasferirmi a Bologna. Il sogno purtroppo è diventato sempre più difficile da realizzare vista la situazione che stiamo vivendo.”
Federica, Liceo Linguistico Alessandro Manzoni
“Ho imparato l’importanza di rispettare le regole per il bene comune. Non solo per se stessi ma sopra u o per gli altri. Ho imparato l’importanza di collaborare, dialogare a supportarsi a vicenda, anche se a distanza. Ho sperimentato con i bambini dell’oratorio quanto sia stata importante per loro una presenza che non li facesse sentire soli, anche se virtuale.”
Benedetta, Liceo Linguistico Manzoni
“Vorrei dire al mondo che c’è tanto bisogno di responsabilità civile e che in momenti come questi bisogna mettere da parte il proprio ego e pensare di più alla collettività e al bene di tu i più che al bene proprio. Vorrei dire al mondo che bisogna essere comprensivi e rispettosi nei confronti di chi ha sentito più da vicino la pesantezza di questo periodo.”
Mikal, Liceo Scientifico Elio Vittorini
“Sicuramente, tu o ciò che in precedenza davamo per scontato ora assume molta più importanza. Spesso non valutiamo ciò che possediamo e l’importanza di alcune relazioni, che trascuriamo. Soprattutto, dobbiamo smettere di vivere trasportati dal lusso degli eventi e dalla passività: dobbiamo essere più attivi, non perdere tempo perché è prezioso e non torna indietro. Questo tipo di “pausa” mi ha aiutato a riflettere su quale direzione sta prendendo la mia vita.”
Iacopo, Liceo Scientifico Elio Vittorini
“Ho vissuto il periodo della pandemia abbastanza bene. Ho provato a vedere le misure restrittive e lo stare a casa come una sfida e non come un obbligo o una limitazione. A parer mio, il modo migliore di affrontare un problema è cercare sempre il lato positivo per superare la difficoltà trovando dei vantaggi. Non è stato sempre facile. Questo periodo è stato impegnativo e ho dovuto abbandonare molte cose a cui tengo molto.”
Alice, Istituto artistico Nuova Monteceneri
“Ero più decisa riguardo il mio futuro a cinque anni quando volevo fare l’astronauta… Da bambina sono sempre stata sicura di cosa volessi fare. A 7 anni decisi che avrei studiato arte. Adesso sto considerando alcune università e istituti con programmi orientati a facoltà artistiche. Sto cercando di scegliere seguendo i consigli delle persone che mi conoscono bene per esempio il mio insegnante di arte o mio nonno. Comunque, sono piena di punti interrogativi.”
Sara, Liceo Classico Tito Livio
“Sono ancora indecisa però sono riuscita ad arrivare ad un bivio, ostetricia o relazioni internazionali (mi iscriverò ad entrambe ed aspetterò l’esito dei test).
Sicuramente durante questo periodo ho avuto molto tempo per pensare e per riflettere sul mio futuro. Vedere come certe persone si siano impegnate in questo periodo per aiutare gli altri mi ha fatto molto riflettere e mi ha fa o avvicinare al campo medico e quindi a maturare una scelta più consapevole.”
Sofia, Liceo Scientifico Elio Vittorini
“Caro “mondo”, probabilmente in questo momento sei quello che vive meglio, finalmente puoi respirare un po’ di aria buona, non ti senti più bollire come facevi no a qualche mese fa. Credo che questo virus si sia di uso per lasciarti un po’ in pace, per far sì che anche tu possa riposare. Spero con tu o il cuore che la gente impari qualcosa da questa pandemia, spero che ti lascino continuare a respirare bene anche quando le attività riprenderanno.”
Elena, Istituto artistico e per lo spettacolo Edmondo De Amicis
“Ho imparato ad ascoltarmi, ho pensato molto, e ora convivo molto meglio con me stessa. A livello pratico ho provato a fare un sacco di cose, dalla cucina alle cose manuali. Spesso mi ritrovo a pensare dove sarò. Mi immagino piena di cose da fare, ad inseguire le mie passioni, laureata e con l’avvio di un grande progetto.”
Francesco, Liceo musicale Carlo Tenca
“Crisi. È la parola più adeguata per descrivermi durante questa pandemia. Crisi e paura. Sono spaventato e confuso nello scegliere cosa potrebbe essere meglio per me e il mio futuro. Ho paura di scegliere, soprattutto di fretta, e di sbagliare. Devo ascoltare me stesso per chiarirmi le idee. Non è facile. Sono sicuro che ce la farò.”