Fotografie di Stefano Barresi
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Girovagavo come mio solito a caccia di foto, quasi un attività monastica, uno stile di vita, un ossessione o forse un disagio mentale dipende dai punti di vista, dai giorni, di certo ottimo per l’attività cardiovascolare.
Quando mi ritrovo a passare in piazza Gae Aulenti, prima di farmi un giro a vedere cosa c’è esposto alla Galleria Sozzani, guardando in alto, vedo i palazzi, la torre e penso, Chissà com’è Milano da lassù, che aria c’è ma sopratutto, soffrirò di vertigini?
Decido quindi di entrare all’Unicredit e chiedere se possibile salire per realizzare una serie di foto che possano rispondere alle domande che mi ero appena posto.
Mi danno i contatti dei responsabili, chiamo, si dialoga, si organizza giorno, data e ora.
È Gennaio, fa freddo ma la giornata è abbastanza limpida e soleggiata, sarebbe stato divertente arrivare li con la nebbia e fare delle foto al grigio infinito.
Arriviamo, il tetto non è panoramico e accessibile al pubblico, ci sono tubi, canaline, impianti non c’è una protezione tipo ringhiera, da una parte ci sono vetri dall’altra un gradino con un bordo di 30 centimetri e giù a strapiombo ovviamente perché non sdraiarsi e fotografare dallo strapiombo.
Milano dall’alto come ce la si aspetta, è più piccola , non avendo quantità di grattacieli attorno, ma è interessante vedere il quartiere Isola, la Centrale, Garibaldi , il Duomo e la Torre Velasca, in realtà si vede anche ben oltre Milano.
Non c’è quasi rumore lassù, il vento copre gli altri suoni, ti scatta la sindrome del supereroe, calzamaglia aderente, sguardo sopra la città e verso l’orizzonte, monologo pronto a partire.
Di aria ce n’è un sacco e fredda quella bella che ti gela la punta del naso.
Scatto un po’ di foto, qualche esperimento in sequenza. E torniamo giù.
Ah dimenticavo, alla fine non soffro di vertigini.
Ringrazio L’Unicredit, e le persone che hanno accolto la mia richiesta assecondando la mia curiosità.