Fotografie di Marco Vallefuoco
Egografia è un progetto fotografico nato nel 2017 in cui vengono esplorati i punti di contatto tra il mondo reale ed il surrealismo visionario dei sogni. Una serie di ritratti intimi, che rivelano aspetti onirici ed unici della vita nella propria abitazione. Un viaggio introspettivo condiviso tra l’artista ed il soggetto.
Egografia non è sempre stato così, è mutato nel tempo. È nato come progetto per la tesi di laurea in fotografia, poi sviluppato e limato durante il master in fotografia di ritratto, infine è diventato il mio modus operandi: si è quel che si conosce, per conoscere bisogna essere. Questo il concetto alla base. Io divento il soggetto, il soggetto diventa me. Definirlo un progetto per me suona ormai limitante. Sento che Egografia sia il nome di tutta la mia produzione artistica, del resto ogni foto è un ritratto di qualcosa ed ogni cosa ha una storia da raccontare. Egografia prova a raccontare alcune di queste storie, in maniera radiale.
Il processo creativo si dvide in due momenti: il primo è un colloquio conoscitivo, una conversazione in cui il soggetto si racconta ed i punti affrontati diventano spunti per la creazione dello scatto; il secondo consiste nella realizzazione vera e propria del ritratto, basato sull’empatia instaurata tra le due persone. Un’interpretazione concettuale del soggetto e della sua domesticità, domesticità che è anche il filo conduttore dell’intero progetto. Lascio che sia la persona che ho davanti a scegliere l’ambientazione: la stanza che ama o che odia, preferendo il comfort o il disagio. C’è chi ha scelto un bagno, chi la camera da letto dei genitori, chi la spiaggia in cui è cresciuta; il protagonista dello scatto non è solo il soggetto, ma anche ciò che comprende l’intera composizione. Ciò che è contenuto nelle egografie rappresenta, è ed appartiene alla persona che ritrae. Tutto è lasciato al caso e allo stesso tempo nulla è casuale.
Attraverso quest’esperienza il soggetto si riscopre, riconosce e conosce. Dal punto di vista emotivo, psicologico e fisico, Egografia coinvolge le persone in modo tale da renderle parte attiva dell’iter creativo.
Il progetto mira a lasciare spazio all’infinita libera interpretazione, del soggetto, della composizione, dell’opera. La persona ritratta, infatti, non riceve chiavi di lettura per l’interpretazione dello scatto, né tantomeno indicazioni, così come il pubblico. Le opere di Egografia diventano linguaggio che stimola un processo conoscitivo, abbracciando il fotografo, il soggetto ed il pubblico: attraverso le diverse chiavi di lettura, personali e prive di linee guida, si intrecciano visioni, personalità e percezioni dei fruitori. Ognuno vede quel che vuole e può vedere.
Gli scatti indagano storie, vite ed elementi privati che restano in completa riservatezza ed anonimato. I soggetti sono consapevoli che la loro storia non sarà condivisa né resa esplicita in nessun modo. La persona ritratta e tutto ciò che è essenziale, è racchiuso nello scatto, che porta il suo nome.
Egografia è un lavoro senza scadenze, aperto a chiunque abbia voglia, o bisogno, di farsi raccontare. Continua a crescere, coinvolgendo persone di diversa età e provenienza.