Fotografie di Alice Pedroletti 
Rubrica:  Quarantine Diary


mosaferat  (checking on you)

A settembre 2019 ho vinto un progetto di ricerca a Teheran.

Previsto inizialmente per il mese di dicembre, è stato spostato a febbraio, ma dopo l’uccisione del Generale Suleimani e le crescenti tensioni internazionali è stato nuovamente rimandato. Sarei dovuta partire a inizio estate, ma ovviamente anche questa data è stata sospesa. Potrei dire che ci andrò in futuro, consapevole che quel futuro potrebbe restare un‘immaginario, più che un tempo a venire certo.

In tutti questi mesi, così come in questo periodo, sono rimasta in contatto con due amici iraniani, entrambi curatori, con cui ho condiviso lunghe conversazioni scritte. A qualsiasi ora io mandi un messaggio Amirali o Ashkan rispondono, ci sono. Per diverse settimane quindi “just checking on you” è stata un po’ la frase che ha guidato l’inizio dei nostri dialoghi. Ci unisce la speranza di un possibile e diverso mondo, forse grazie anche all’arte, in cui si possa vivere più serenamente, senza violenza. Suonerà naïf, e un po’ lo è; mi domando se non sia quello che ogni persona intelligente pensa ogni volta che legge un giornale.

In Iran non hanno mai avuto una quarantena imposta come da noi, il Governo li ha semplicemente invitati a restare a casa. Mi hanno raccontato, per esempio, di come nessuno sia corso disperato nei negozi: il normale clima sociale e politico li ha abituati a moltissime rinunce, ed è meglio evitare l’innalzamento dei prezzi delle merci che penalizzerebbe le fasce più povere della popolazione.

I racconti di cosa succede e di dove mi vorrebbero portare, creano ogni giorno una serie di illusioni ottiche e ipotetici viaggi lungo le strade di Teheran, Esfahan e Shiraz.
Un itinerario, quando solo immaginato, non riesce a ridare la distanza o l’ampiezza di un luogo: saranno le immagini, così come i disegni e le mappe, che ne racconteranno una reale dimensione, anche temporale. Dopo mesi di dialogo questo viaggio è diventato quasi un simbolo di resistenza, di solidarietà, di desiderio condiviso: quello di vedersi.

Così ho deciso di partire: solo andata da Milano a Teheran in auto.
In poco più di una settimana centinaia di live webcams mi hanno guidato dai Balcani alla Turchia costeggiando il Mar Nero fino a raggiungere l’Iran. La mia possibilità di osservazione è variata in base al territorio che ho attraversato, creando un live-archive di oltre 1600 immagini.
Viaggiando sia di notte che di giorno, su autostrade per lo più deserte, ho avuto la libertà di fermarmi in luoghi mai visti, incontrare persone che mai rivedrò, paesaggi che cambiano approfittando della nostra assenza.
Ho avuto punti di vista incompatibili con l’idea di viaggio che mi ero fatta, ma unici per questa idea di racconto. Fotografando da remoto, con la stessa compulsione del telefonino in mano in un ipotetico presente, ho osservato e orchestrato un ovunque-adesso fatto di gesti, azioni, e momenti che esistono, e resistono, anche durante questa nostra immobile distanza.

 

 

Il lavoro di Alice è pubblicato contemporaneamente in italiano e persiano.
Sarkhoshi, che ospita l’approfondimento sul viaggio dalla Turchia all’Iran, è una piattaforma online dedicata a testi, immagini e video, dal documentario all’arte contemporanea, di ispirazione urbana. I progetti pubblicati riguardano l’arte nello spazio pubblico e la consapevolezza sociale verso le questioni che ci circondano.

sarkhoshi.com/multimedia/mosaferat/

 

 

 


 

©️ Alice Pedroletti 2020
©️ OpenStreetMap contributors
©️ Insecam