Fotografie di Matteo Bastianelli
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Nella città di Roma, rifugiati, migranti e senza fissa dimora rimasti fuori dal circuito dell’accoglienza, sono stati costretti ad affrontare la pandemia di Covid-19 soltanto con il supporto di volontari, associazioni e ONG. Alcuni hanno ottenuto l’autonomia abitativa attraverso l’inserimento lavorativo, ma in molti hanno provato sulla loro pelle il lato vergognoso del “benvenuti in Italia”: un altro modo di morire per Covid, un poco alla volta, dimenticati per strada o in mare. Nel difficile percorso verso la possibilità dell’inclusione sociale, le persone più vulnerabili possono contare su ciò che resta della società civile. Le cure e gli atti d’amore danno speranza a coloro che stanno lottando duramente per poter condurre una vita dignitosa, dopo essere fuggiti dall’inferno della guerra e dalle persecuzioni. Siamo tutti nella stessa tempesta, ma non sulla stessa barca.