Lisa Borgiani
Ho iniziato a fotografare quando avevo vent’anni e non ho più smesso. Il mio sogno era diventare un reporter. Con la mia FM2 sono andata a fotografare in Bosnia, sud America, in Israele, negli Stati Uniti e in diverse città europee. Mi è sempre piaciuto esplorare diverse strade e sperimentare nuove tecniche. Il reportage per me resta l’espressione più spontanea e diretta con le persone. Fotografare la gente per strada riserva sempre grandi sorprese, scopro tante storie, mondi diversi, vite più o meno facili, realtà curiose. L’uomo resta un mondo tutto da scoprire e da cui imparare. Rimettere l’uomo al centro dell’obiettivo per me ha un significato molto profondo e importante per riscoprire l’umanità, la spontaneità, l’immediatezza. Ritrarre le persone forse è un po’ come ritrarre mè stessa in questa città dalle mille sfaccettature e dimensioni.
Un ritorno alle origini.
Credo che il mio modo di fotografare Milano sia stato influenzato dai racconti di Scerbanenco, in una Milano insolita, varia, spietata ma molto vera; una Milano del passato ma ancora attuale.