Marco Previdi

Se dovessi riassumere il mio percorso in una manciata di frasi devo per forza cominciare dicendo  che le discipline artistiche mi hanno salvato la vita. Non sono mai stato una persona costante, forse anche per questo (per contrasto) ho scelto il Politecnico come percorso di studi, eppure la volontà di raccontare il mondo attraverso espedienti artistici mi ha sempre accompagnato negli anni. Quando i Blackberry hanno cominciato ad avere delle fotocamere integrate, sulle tracce di mio padre, cominciai a raccontare qualche frammento di giornata catturandolo con il mio smartphone. Arrivato a Milano dalla provincia, la metropoli mi investì con le sue mille suggestioni, cominciò un periodo di fotografia e pubblicazione intensissima, quasi forsennata. Ora è arrivato un momento in cui prima di condividere una foto, mi domando sempre quale novità c’è nel messaggio che sto per mandare attraverso di questa, quale differenza effettiva c’è nella presenza in rete di questa immagine. Questo ha bruscamente cambiato il mio modo di comunicare sui social. Sono passato attraverso qualche compatta digitale e poi qualche anno di pellicola. Mi accorgo però che la fotografia, seppur sia il mio linguaggio di espressione privilegiato, non è l’unico. Amo pensare alle mia figura come molto fluida rispetto alle diverse discipline artistiche. L’ultimo percorso che ho intrapreso è una serie di autoritratti realizzati tramite scansione digitale, sono curioso di vedere dove tutto ciò mi porterà.

Le storie di Marco