INTERVISTA MASTRO di Corvetto

Fotografie di Jon Bronxl
Intervista di Stephen Ajao

 

INTERVISTA MASTRO di Corvetto
Carlo Mastrorilli in arte Mastro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Back ground ed influenze

Sin da piccolo sono sempre stato molto vicino allo skate ed alla cultura ad essa collegata. Ricordo che con un amico eravamo in fissa con le skate part, video, Trasher .. quella roba li insomma – e da li abbiamo cominciato ad avvicinarci ai video registrandoci tra di noi più per scherzo che per altro. Mano a mano che passava il tempo eravamo sempre più dentro sta cosa dei video, quindi abbiamo iniziato a sperimentare con i mezzi che avevamo. Ricordo di video pazzi che facevo attaccando una Go Pro, presa in condivisione con amici, sul tettuccio della mia 500c – Uscivo dal tettuccio con la testa, telecamera attaccata dietro di me con una ventosa e via; montavo il video come stessi guidando la macchina con i piedi. Lì capii che per me fare video non riguardava solo “registrare la realtà”, bensì trovare la mia visione, un po’ trippy un po’ “malata”.

Un altro punto molto importante per me è stato l’anno negli States. Se ripenso a com’ero prima di partire e dopo che son tornato mi dico sempre “Son partito con la testa tonda, e son tornato con la testa quadrata”.
Trascorrere un anno dall’altra parte del mondo a 16 anni ti cambia totalmente prospettiva. Il mio mondo non si fermava più ai confini legati al posto dove sono cresciuto e in un certo qual modo mi sentivo vivo, come mai prima di allora.

Banalmente ho capito che potevo imparare da qualsiasi persona con la quale mi imbattevo, senza curare troppo l’estrazione sociale piuttosto che altri aspetti.

Negli States frequentai una High School nel Nebraska dove stetti per un anno. Inizialmente mi consigliarono di entrare nella squadra di Football così da favorire l’integrazione con i ragazzi e così fu. Grazie agli amici della squadra, ebbi la possibilità di vedere da vicino le differenze per esempio tra americani ed afroamericani, visto che costituivano l’80% del team. Ricordo che passavo molto più tempo con i miei compagni che con la famiglia che mi ospitava, ed alla lunga venni accettato completamente dalla comunity afroamericana della scuola. Quando tornai poi in Italia mi resi conto da subito che la mia mentalità si era mescolata alla loro e questo creò per me un punto di vista totalmente nuovo.

 

 

 

 

 

Parlaci un po del tuo linguaggio

Di base per me quello dei video è un linguaggio universale, qualcosa che non hai bisogno di imparare perché in sostanza ce l’hai già dentro; il linguaggio emotivo è universale. Avere l’opportunità di viaggiare mi ha aiutato a fissare bene dentro di me la sensazione che provai la prima volta che andai in America. Viaggiando per lavoro ho avuto la possibilità di vedere fin da subito città come New York, piuttosto che Parigi e Los Angeles; questo mi ha consentito di mantenere vivo un senso di scoperta dentro di me, tale per cui ogni volta che tornavo da un viaggio, al rientro mi ritrovavo sempre arricchito.

Per quanto riguarda il mio stile nei video diciamo che è iniziato tutto in modo molto casuale, ad essere sincero da una sbronza madornale! –
Ricordo che ero al Rocket con i soliti amici e nel pieno della sbronza presi il telefono e cominciai a registrare tutto, ma veramente tutto! – gente che lanciava i bicchieri, io c’ero; gente che si baciava e io li a due centimetri dalle loro bocche; Marvely che faceva stage diving e io ero sotto! – non sfuggiva nulla alla mia telecamera. La mattina dopo mentre tamponavo la sbronza iniziarono ad arrivarmi messaggi di amici sul quanto ero stato mole- sto la sera prima e considerando che avevo una valanga di materiale veramente figo, perchè si trattava di scene vere, decisi di montarlo e pubblicare tutto online. Il video piacque e venne ricondiviso a ruota da un sacco di gente, fino a che diventò una sorta di crack. Già alla serata seguente molti mi richiesero di girare un altro video e così cominciò un po’ tutto, che sfociò poi nell ‘Akeem Secret Tape’. All’ inizio giravo tutto con il telefono ed usavo dei filtri IG per simulare l’effetto VHS sino a che decisi poi di comprarmi la prima VHS vera e da li cominciai a sviluppare la mia estetica.

Il collettivo ‘Alterazione Video’ fu di grande inspirazione per me, il loro manifesto diventò quasi come una bibbia e mi aiutò molto a sviluppare il mio estro.
Man mano che l’hype sui miei video cresceva venni contattato last minute da Palm Angels per un lavoro, perché avevano notato il mio forte stile grunge, ed il loro fotografo ufficiale mancò all’ultimo minuto. Ricordo che era uno dei miei primi set con aziende di quel calibro. Il set era molto strano perché da subito notai una spaccatura tra il team italiano e quello americano con il quale il brand stava collaborando. Considerando che ero l’unico che riusciva a seguire i discorsi del team americano ci entrai subito in contatto forte anche del mio accento di Chicago e portai il video a casa. Ci trovammo subito in sintonia con i ragazzi ed infatti mi invitarono alla sfilata del giorno dopo sempre per girare qualche video. – Bomba! sembrava un sogno!

Purtroppo il giorno seguente non c’era il mio nome sulla lista d’ingresso e quindi rimasi bloccato fuori dal backstage sino a qualche minuto prima della sfilata. Ad un certo punto però forte del fatto che un bodyguard mi aveva visto il giorno precedente, non so come riuscii ad entrare di soppiatto e da lì telecamera in mano, cominciai a riprendere tutto quello che vedevo senza lasciare nulla. La notte stessa montai il video e lo inviai direttamente a Palm e la mattina seguente mi invitarono in ufficio per sapere chi ero, anche perché nessun sapeva della mia presenza nel backstage. Ancora oggi ringrazio il buttafuori e la mia caparbietà anche perché da li in poi cominciò davvero tutto!

L’approccio al VHS partì perché appunto si trattava di attrezzatura che non costava molto e quindi mi era di facile portata. Tutt’ora spesso compro macchinette a poco al mercato di piazzale Cuoco per dire.. Sono sempre stato convinto che per me non era importante lo storytelling da preparare prima dell’esecuzione, ed ho sempre dato un valore più importante alle azioni naturali ed alla location. Nella fase di editing trovo sempre un senso, per questo sono convinto che per il mio stile sia più importante l’editing che le riprese in se. Per quanto riguarda la mia estetica parte tutto dal mio modo di vedere le cose; il glitch come le immagini sdoppiate e quant’altro fanno tutte parte del mio modo distorto di vedere la realtà, per cui quando mi rifaccio al video cerco sempre di essere molto di pancia e seguire il mio istinto per cercare di rappresentare al meglio il flusso della visione che ho mentre riprendo. Anche se il mio metodo è diverso da quello canonico che chiaramente è dettato da schemi molto più rigidi sono fiero del mio modo di lavorare, anche perché mi ha aiutato per esempio a superare grossi demoni come paura e ansia da prestazione che avevo inizialmente di fronte a grossi clienti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Due riflessioni su Quarantena e rapporto Uomo – Macchina

La quarantena per me è stato un periodo davvero molto intenso; non ho mai avuto così tanto tempo a mia disposizione per poter portare avanti pensieri e progetti e soprattutto per via del distanziamento sociale, pensare al futuro ed in particolare a come vivremo. La tecnologia è stata inventata per risolvere dei problemi o per agevolare delle situazioni per l’uomo, e da quando esiste la sua crescita va di pari passo con la nostra. Durante questo periodo di chiusura forzata mi sono concertato nel cercare di creare qualcosa che potesse portare dei benefit nel settore in cui lavoro per cui mi sono buttato a capofitto in tutto quell’ambito che chiamiamo VR ossia la realtà virtuale.

– Molto interessante è il dualismo tra lo stile dei video VHS che rimane ancorato ad un’estetica retrò e l’altra faccia della medaglia del lavoro ossia la realtà virtuale che si pone invece come avanguardia del suo campo, ed il fatto che cerco di portare la mia visione sia da un lato che dall’altro. –

Nello specifico durante la quarantena mi sono concentrato nell’ideazione di questa sorta di Showroom Virtuali Condivisi da più brand, quasi come fosse una scommessa personale. Riconosco tuttavia che ora con questo tipo di tecnologia siamo più o meno agli inizi esattamente come lo eravamo negli anni ’90 con i telefoni, ma sono sicuro che lo sviluppo tecnologico sarà molto più repentino visto anche che la tecnologia è avanzata molto rispetto anni addietro.

Personalmente credo che la tecnologia si muoverà sempre più in simbiosi con i nostri bi- sogni come uomini, e questo potenzialmente potrebbe avere un impatto sociologico sempre più forte e determinante per quanto riguarda i rapporti umani.

 

 

 

 

 

 

Personalmente sono rimasto veramente affascinato da Carlo in arte Mastro; nonostante la giovane età non appena mi sono relazionato con lui ho avvertito subito la sua carica empatica e conoscendolo poi man mano che l’intervista andava avanti ne ho avuto sempre di più la conferma. A prescindere dal lavoro e l’estro artistico che ne hanno favorito l’ascesa tra le cose più interessanti che si nota in lui tuttavia, è il buon livello di coscienza interiore che manifesta.

La tecnologia ha avuto un impatto fortissimo su noi tutti, ma in modo molto diverso sulle generazioni quali Millennials e Generazione Z poiché questi ragazzi nascono in un momento storico cui globalizzazione, tecnologia etc.. hanno fatto molti passi in avanti rispetto gli anni precedenti. Una delle differenze sostanziali tra un Boomer ed un Millenial per esempio sta proprio nella coscienza di sè rispetto gli altri e ciò che lo circonda, poiché le nuove generazioni nascono con molti più strumenti che li aiutano a comprendere il mondo rispetto al passato. A mio parere questo è un aspetto molto importante per qualsiasi artista. Avere la capacità di comprendere ciò che avviene intorno a noi ci aiuta a comprendere meglio anche noi stessi.