Fotografie di Elia Bellingardo
Enormi strade bianche, simili a lacerazioni, salgono da destra a sinistra senza la preoccupazione di ciò che c’è o che c’era. Pezzi di marmo staccati, tolti, strappati dai versanti delle cime, come costole strappate da carcasse per cibarsi.
Squarci lasciano vuoti, lasciano cicatrici.
Ho camminato per più di 76 km attraversando una catena montuosa che si estende fra la Lunigiana, la Garfagnana e la Versilia. Le alpi Apuane sono montagne eleganti, aspre e largamente sfruttate. Le rocce, gli alberi, i fiori, gli animali: tutti in questo luogo subiscono una metamorfosi costante, radicale.
Si notano subito le forme geometriche, rigide e convenevoli appartenenti all’uomo che molte volte contrastano, altre volte convivo- no, con le sinuose e affascinanti forme della natura.
La montagna ora è dimora di vecchi macchinari abbandonati, di cisterne arrugginite e strutture metalliche in rovina. In questo terri- torio si contano 165 cave attive e 510 dismesse. Negli ultimi 40 anni è stato estratto più marmo che nei 2000 precedenti.