Fotografie di Alessandro Guida, Isabella Sassi FarìasDavide Curatola Soprana

Testo di Viviana Rubbo

Era il 2019 quando facemmo la nostra prima visita al cantiere. Lo spazio appariva immenso e spaesante. Ci affacciammo su un mondo in divenire: le ruspe erano al lavoro, i camion caricavano e scaricavano terra, uomini indaffarati si muovevano nella polvere. Era un grande vuoto che brulicava di vita.
Era il momento giusto per iniziare ad osservare il rapporto tra quel deserto di terra e l’esterno compatto e vivo della città esistente, apprezzandone la vastità e il suo potenziale
.
Quel giorno, posando lo sguardo sulla distesa assolata, era difficile anche solo provare a immaginare il nuovo parco urbano che avremmo imparato a conoscere negli anni a venire.

 

Il cantiere di SeiMilano a cui ci siamo avvicinati per la prima volta nel 2019, è uno spazio di oltre 300.000 metri quadri di superficie addossati al margine ovest del comune di Milano. Un vuoto che evolve nel tempo, giorno dopo giorno, in una nuova centralità urbana. Collocandosi in prossimità di un importante snodo infrastrutturale per il capoluogo lombardo, l’intervento si delinea come un grande progetto di rigenerazione urbana grazie ad una cordata di partner che vede lavorare insieme Borio Mangiarotti SpA, società di sviluppo immobiliare che opera come developer e general contractor, il fondo statunitenseVärde Partners e la Cooperativa Solidarnosc, e vede coinvolti nel progetto gli Studi Mario Cucinella Architects e Michel Desvigne Paysagiste e società locali e internazionali in dialogo con gli attori pubblici e le realtà del territorio.

 

È in questo contesto che si innesta il progetto fotografico. Una forma narrativa per guardare il cambiamento, capace di accompagnare nel tempo la trasformazione, documentandone gli sviluppi, dalle prime fasi di bonifica fino al suo compimento. Quella che è stata per molti anni una vasta area in disuso, precedentemente utilizzata come cava di estrazione di inerti, si prepara a diventare un parco abitato passando attraverso una profonda metamorfosi. Un processo di rigenerazione dentro la città esistente che assegna nuovo senso allo spazio, conferendo contemporaneità ai luoghi. Nel cuore dell’intervento, un parco pubblico concepito come trasposizione di un paesaggio rurale in continuo divenire: l’identità forte della campagna, il pragmatismo funzionale del sistema agricolo padano, in cui vanno però ad inserirsi funzioni adatte al contesto urbano. Una nuova realtà capace di dialogare anche con gli altri parchi già presenti su questo territorio (dal Parco delle cave a Nord, attraverso il Parco dei Fontanili e il Parco agricolo Sud) posizionandosi nella trama del sistema verde metropolitano. Una trasformazione che ambisce non solo a creare un nuovo quartiere verde e polifunzionale, ma un’occasione per ripensare lo spazio attraverso la creazione di residenze, funzioni collettive e servizi per una comunità solidale e sostenibile.

 

Un intervento estremamente complesso e dal grande impatto. Innanzitutto, per la dimensione; in secondo luogo, per la ricerca di un nuovo modo di abitare insieme, vicini, per costruire comunità fatte di relazioni tra persone che riscoprono il valore della prossimità; e infine, un parco pubblico, che va gestito, curato, e che sia per tutti. Una trama verde che possa evolvere nel tempo e che introduce e affronta temi complessi, come la sfida della rinaturalizzazione degli ambienti urbani e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico attraverso sistemi di raccolta, stoccaggio e ricircolo delle acque irrigue.

 

Un’idea di città che si costruisce attraverso un processo lungo in cui si fondono insieme immaginazione, progettualità, competenza e azione. E sono state proprio le suggestioni dei paesaggisti che hanno curato il progetto del parco a portarci a volgere il primo sguardo verso il paesaggio lombardo circostante: una trama netta, composta di pochi elementi riconoscibili, precisi, ancorati nel territorio. Le tracce dei mezzi agricoli, le grandi distese dei campi inondati d’acqua, i fossati e le rogge, la vegetazione ripariale e il disegno perfetto e simmetrico dei filari, tutto ci portava ad immaginare le bordure alberate e la trama dei parcellari che nasceranno presto all’interno del grande lotto. “Il riferimento ad una struttura agricola può dare una chiave di lettura immediata al senso del progetto” hanno spiegato i paesaggisti. ”Come la campagna è in continua trasformazione, questo parco avrà una qualità legata al suo essere mutevole e in perpetua evoluzione”. Una trama verde la cui cifra saranno il forte valore identitario e il suo modificarsi nel tempo”.

 

Solo in un secondo momento siamo entrati in cantiere. Completamente aperto alla città su via Calchi Taeggi e su Via Bisceglie, i fronti a meridione e a occidente sono solo apparentemente chiusi, costituiti invece da una moltitudine di elementi distinti – per lo più edifici industriali, ma anche immobili vuoti, scheletri di cemento e spazi da reinventare. Seguendone i muri di cinta, si tracciava la fisionomia del contesto, annotando possibili varchi, connessioni fisiche e traiettorie visuali che permettono al nuovo spazio di parlare con l’organismo urbano esistente.

 

Varcata la soglia e posati i piedi su un terreno appena smosso, il cantiere è subito apparso immenso. In assenza di riferimenti, era difficile riconoscere la città di Milano. Negli anni, il fronte urbano aveva continuato ad avanzare spingendosi fino ai bordi del grande vuoto. Solo percorrendone l’area interna o camminando lungo il canale scolmatore Olona che lo attraversa, potevamo osservare il profilo compatto della città affacciarsi ai suoi margini.

 

Intanto il lavoro quotidiano del cantiere di bonifica procedeva e costruiva, e decostruiva, lo spazio, ammassando cumuli e montagne di materiale. la terra era scavata e raccolta, organizzata in base alla granulometria, a formare voluminose piramidi che si moltiplicano a perdita d’occhio. Ad intermittenza, la città faceva capolino tra quelle colline effimere, mentre il terreno parlava di passaggi di mezzi pesanti, scavi, piste di servizio e percorsi di attraversamento per ruspe e scavatori. Il cantiere vero e proprio non era ancora avviato ma già si potevano leggere i comparti funzionali e le direttrici lungo cui si sarebbe sviluppato l’intervento.

 

Da lì in poi tutto sarebbe cambiato. Dalle platee sarebbero emersi i pilastri, e poi le trame ardite dei ponteggi per realizzare i solai, i tamponamenti e le facciate; i volumi avrebbero preso forma dando concretezza e solida realtà al progetto. Da quel deserto assolato su cui avevamo posato il primo sguardo era emerso il nuovo quartiere. E noi eravamo cresciuti con lui.Ad ogni piano si aprivano prospettive inedite per guardare la città e lo spazio intorno. I ponteggi, una volta rimossi, lasciavano emergere le trame delle facciate. Un nuovo fronte urbano dialoga oggi con la città esistente e negli interstizi tra una palazzina e l’altra, appare l’ordito del parco, le prime piantumazioni e i parcellari degli orti. Il cantiere è spesso un mondo sconosciuto, racchiuso in se stesso, poco visibile e apprezzabile dall’esterno. Per questo il progetto fotografico vi entra dentro e lo comunica, portandolo verso la città: è un percorso di scoperta, uno sguardo poliedrico che ne segue le mutazioni ad ogni cambio di passo, segnandolo nel tempo.

 

Pensando alle parole di Basilico, ogni ritorno in cantiere è un momento di apnea, “una pausa nel respiro (della città), quasi uno stato di sospensione.” Un’occasione unica per documentare quel tempo in cui si prepara il cambiamento. Da quel giorno di settembre del 2019, ogni sessione fotografica è una sorpresa e un passo ulteriore nella costruzione di un nuovo paesaggio che si infittisce, assume forme e contenuti inediti, per una riflessione contemporanea sulla città.

Isabella Sassi Farìas – Aprile 2019 – Le risaie nel paesaggio a Sud di Milano  

Alessandro Guida – Aprile 2019 – Il sistema dei canali nella campagna milanese, uno degli elementi ripresi nel progetto del parco di SeiMilano

Isabella Sassi Farìas – Aprile 2019 – Campi coltivati nel paesaggio milanese 

Alessandro Guida – Aprile 2019 – I filari degli alberi che bordano i campi nella campagna agricola lombarda, uno degli elementi ripresi nel progetto del parco di SeiMilano

 Isabella Sassi Farìas – Aprile 2019 – Il cantiere visto dall’esterno 

 Isabella Sassi Farìas – Aprile 2019 –  Attività di bonifica 

Alessandro Guida – Aprile 2019 – Le operazioni di bonifica 

Alessandro Guida – Aprile 2019 – Margine sud del cantiere che accoglierà il bordo forestale

Alessandro Guida – Aprile 2019 – Il fiume Lambro durante le fasi di bonifica

Alessandro Guida – Aprile 2019 – Piccoli edifici del tessuto industriale che delimitano il fronte sud-ovest del cantiere

Davide Curatola Soprana – Agosto 2020 – Le fondazioni del comparto uffici

Alessandro Guida – Agosto 2020 – Gli interrati del comparto residenziale R2 

Davide Curatola Soprana – Agosto 2020 – Due operai specializzati nel comparto residenziale 

Isabella Sassi Farìas – Agosto 2022 – Impermeabilizzazioni degli edifici residenziali

Alessandro Guida – Aprile 2021- Il getto dei solai del comparto residenziale R2 

Alessandro Guida – Aprile 2021 – Le strutture dei ponteggi del comparto residenziale R2

Alessandro Guida – Aprile 2021 – Realizzazione dei primi piani del comparto residenziale R2

Alessandro Guida – Aprile 2021 – Il cantiere e la città 

Alessandro Guida – Aprile 2021 – Vista delle strutture del comparto uffici da Via Bisceglie

Isabella Sassi Farìas – Marzo 2022 – Gli edifici residenziali visti dall’alto

Davide Curatola Soprana – Settembre 2021 – Un appartamento in attesa dei tamponamenti perimetrali 

Isabella Sassi Farìas – Marzo 2022- Le fondazioni dei nuovi edifici residenziali 

Isabella Sassi Farìas – Marzo 2022 – Gli uffici e il montaggio delle facciate vetrate 

Alessandro Guida – Ottobre 2022 – Rimozione dei ponteggi dal comparto residenziale R2

Alessandro Guida – Ottobre 2022 – Le residenze e le prime tracce del boulevard che attraversa SeiMilano da nord a sud 

Alessandro Guida – Ottobre 2022 – I percorsi del parco con le prime piantumazioni