Photo by Antonino Costa
–
L’ordine di presentazione di queste fotografie rispecchia la cronologia degli scatti.
Era febbraio inoltrato quando ho cominciato a scattare e in questo primo rullino di trentasei pose c’è la prima impressione che ho avuto del quartiere, di ciò che mi aveva interessato istintivamente in quella zona della Barona che ho circoscritto fotografando.
Andato ad abitare da quelle parti per la prima volta, dopo qualche tempo mi ero spinto nella zona delle risaie, che qualcuno del luogo mi aveva indicato come una bella passeggiata; come di solito non portavo la macchina fotografica con me. Lì, avevo notato il palazzo di edilizia popolare che mi ha indotto a cominciare questo lavoro. Ritornai qualche settimana dopo con la macchina fotografica. Mi ero preso del tempo anche per decidere se usare una pellicola in bianco e nero o a colori. Il primo giorno che scattai c’era il sole basso dell’inverno milanese. Credo di essere stato attratto dal palazzo nondimeno per il silenzio che c’è attorno ad esso. Nei giorni successivi mi avvicinai sempre di più, fin davanti agli ingressi del condominio, con circospezione e cautela, perché in certe passeggiate precedenti, di sopralluogo, avevo potuto riscontrare una certa diffidenza e durezza di linguaggio, così pure negli sguardi, di alcuni inquilini che si trovavano giù nei piazzali circostanti. Nel primo rullino, non ho fatto in tempo a instaurare qualche dialogo con gli abitanti del palazzo; ho scattato furtivamente. Solitamente cerco, dopo aver preso confidenza con l’ambiente, di fare alcuni ritratti, pochi comunque.
Mi è capitata un’occasione di contatto con le persone del luogo, nella foto di padre e figlio seduti sulla panchina, poco prima del crepuscolo. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto se potevo ritrarli nella posizione in cui stavano. Non mi hanno chiesto il perché. Mi ero presentato come uno che stava fotografando i dintorni per un progetto personale. Avvenne tutto molto rapidamente: uno scatto, un ringraziamento e un saluto. Non so di cosa parlassero in quel momento; se guardassero a un futuro migliore, desiderando un trasloco, magari abitando nel palazzo fatiscente che avevo fotografato nei giorni precedenti; oppure chiacchieravano compiacendosi della loro nuova abitazione che avevano di fronte, alla quale mi sembrava guardassero: un palazzo sicuramente più bello.
Il tempo atmosferico cambiò nei giorni seguenti, preparandosi alla nevicata che poi arrivò; ho finito il rullino prima che il paesaggio imbiancasse.