Port Talbot

Photo by Alecio Ferrari

Port Talbot è forse il primo vero progetto personale che si porta dietro un’approfondita ricerca, tanto socio-economica quanto stilistica. Lavoro a stampo metodico nella fase iniziale di ricerca, realizzato in collaborazione con un amico fotografo inglese, Alex Fleming. Ci sono voluti mesi di preparazione per andare a sviscerare e comprendere le dinamiche che legano questa cittadina all’acciaieria da cui dipende. Questo legame inscindibile tra città e industria ha caratterizzato la rete sociale e quindi i cittadini che la popolano.

Il progetto si è evoluto in due fasi: in una prima parte di ricerca ci siamo appoggiati a saggi economici prodotti da professori dell’università di Cardiff e a report pubblici che riportavano dati sulle condizioni ambientali della città di Port Talbot. Abbiamo mappato il suolo della città, capendone i legami di infrastrutture, i punti di raccolta ed il suo sviluppo sul territorio.

Dopo circa 4 mesi di analisi teorica ci siamo catapultati nella cittadina e abbiamo capito che quello che volevamo raccontare erano i suoi abitanti, i lavoratori, la gente comune e come una delle realtà più inquinata di tutto il Regno Unito riesce a convivere con gravi problematiche ambientali. La realtà vive bloccata dentro sé stessa: continue piogge di cenere, un mare non balneabile rendono il luogo critico per la salute ma economicamente dipendente dalla grande acciaieria.

Grazie allo studio del suolo urbano abbiamo evidenziato i punti chiave di ritrovo, piazze e pub, così come personaggi rappresentativi per la realtà di Port Talbot andando così a raccontare i legami che coesistono all’interno di una comunità: ne è un esempio Captain Beany, personaggio eclettico di spicco nella comunità nonché ambasciatore dei fagioli Heinz.