Fotografie di Carlos Hevia Riera
Rubrica: Fuoriperimetro

Taccone è il contenitore di una vecchia utopia di molti, un luogo sognato e progettato durante la riforma agraria che oggi ha la forma di un deserto. Questo paesaggio arido che un tempo ospitava un Lucus -Bosco Sacro- oggi resiste all’oblio. Qui, il presente è il frutto del sudore che viene dal lavoro di questa terra arida, in un ciclo incessante di semina e raccolta. L’unica cosa naturale è il costante cambiamento dello stato della cosiddetta “natura”.
Quelli che si sono adattati lo hanno fatto confidando nel valore dell’ovvio, nelle fibre giallastre che molti scartano, nella paglia. Pesanti blocchi di questa paglia sono ammassati in grandi monoliti in mezzo al deserto. Uno sopra l’altro e contati a centinaia, rappresentano la lotta di questo sud. Un materiale sottovalutato dai tanti stolti che ogni estate fanno bruciare la vegetazione secca, in lunghi filari sparsi sulle terre aperte e che coprono il cielo della Lucania di fumo denso. Quelli che hanno deciso di restare a Taccone, hanno trovato nella paglia la bandiera che li tiene presenti quando tutti gli altri sono partiti.