Fotografie di Pier Costantini
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La fotografia collega, indubbiamente, ciò che è profondamente dentro di noi (che non possiamo capire o descrivere) con tutto ciò che ci circonda.
Ho iniziato a fotografare mia madre, dopo aver trovato e letto il suo diario, in cui sono riportati, pensieri, stati d’animo, per stabilire un dialogo trasversale. Uso la fotografia come un ponte, una connessione che mi aiuta ad imparare a conoscerla veramente a fondo, imparo a passare del tempo con lei, imparo ad amarla in modi differenti.
E’ passato molto tempo da quando ho iniziato e la sto ancora fotografando per testimoniare e raccontare il suo percorso, il suo itinerario (come lo chiama lei): “ E’ bello questo itinerario spirituale ed interiore, dove scopro sempre nuove energie che vanno a riempire momenti di sconforto e di fatica, di abbattimento e di delusione”; con questo però racconto anche il nostro rapporto, la nostra storia, per averne sempre piu una ferma consapevolezza e creare un bagaglio di ricordi forti.
Esprimo e visualizzo questa esperienza, trasformandola in qualcosa di illusoriamente lineare e diversificato che è come preferiamo percepire i cambiamenti nel tempo. Non dico che la fotografia possa colmare quel vuoto di parole mai dette tra di noi, ma mi aiuta e passo più tempo con mia madre, parliamo, discutiamo di cose, la fotografo.
Osservo come muta il suo corpo, segnato dal passare del tempo, dal dolore, dalla fatica per un marito/padre su una sedia a rotelle.
Come lei stessa scrive: “Se penso all’età che ho, non penso alla vecchiaia con angoscia; provo un sentimento di tenerezza, nonostante le rughe e le varie fragilità o debolezze del corpo”.
Non è solo fare ritratti a mia madre, in questo lavoro rappresento le situazioni e i momenti della sua vita, parla di lei, ma potrebbe parlare di qualsiasi madre.
Oltre al mio approccio, c’è anche il suo, fisico e metafisico “Ho notato questa dialettica nella vita, che non è solo una teoria filosofica, ma una realtà. La fede aiuta a vivere, proiettati in un orizzonte oltre, pur rimanendo ancorati al presente”.
Questa, una riflessione che mia madre ha scritto sul diario, credo offra un importante punto di riferimento per questo lavoro: “ L’eta che sto vivendo, corrisponde all’autunno, nella natura, che, contrariamente a quanto si pensi, non è l’eta del decadimento; è un luogo comune l’autunno come disfacimento, alberi che perdono le foglie; invece nell’autunno c’è una rinascita, una nuova vitalità, un’energia che diventa meditazione, quiete, tranquillità”.
“Provo un sentimento di gratitudine verso la vita e di serenità; gratitudine per la famiglia che ho avuto, per gli studi che ho potuto intraprendere in collegio, e che mi appassionavano alla filosofia; per la libertà di scelta che ho esercitato; per la mia famiglia attuale.”
“Se penso all’età che ho, non penso alla vecchiaia, alla morte, con angoscia. Provo un sentimento di tenerezza, nonostante le rughe e le varie fragilità o debolezze del corpo”.
“ Provo un sentimento di gratitudine verso la vita e di serenità; gratitudine per la famiglia che ho avuto, circondata dall’affetto dei miei genitori, degli zii e dei nonni, per gli studi che ho potuto intraprendere in collegio, e mi appassionavano per per la filosofia; per la libertà di scelta che ho esercitato; per la mia famiglia attuale; per i miei fratelli che adoro.”
“L’età che sto vivendo corrisponde all’autunno, nella natura, che, contrariamente a quanto si pensi non è l’età del decadimento; è un luogo comune l’autunno come disfacimento, alberi che perdono le foglie; invece, nell’autunno c’è una rinascita, una nuova vitalità, un’energia che diventa meditazione, quiete, tranquillità.”
“E’ bello questo itinerario spirituale ed interiore, dove scopro sempre nuove energie che vanno a riempire momenti di sconforto e di fatica, di abbattimento e di delusione.”
“Ho notato questa dialettica nella vita, che non è solo una teoria filosofica, ma una realtà. Sarà una forma di ottimismo? Certo la fede aiuta a vivere, proiettati in un orizzonte oltre, pur rimanendo ancorati al presente.”
“Superare l’astio e il rancore, il turbamento per qualche improvviso evento non previsto, giacchè non è tutto nelle nosrte mani.”
“Nello stesso tempo, il fatto di avere superato tante prove, mi rende consapevole della forza che mi sostiene ed anche del coraggio che mi accompagna.”