È come il Napoli a mamma

Fotografie di Michele Maria Cortese Tempesta

Queste le parole che pronuncia una mamma ad un figlio, durante i festeggiamenti, nel cuore di Napoli, per la vittoria Mondiale dell’Argentina.
Un bambino che non è abituato a questi festeggiamenti, si perché quella città non gioisce, dal 1990, l’anno del secondo scudetto ma soprattutto quello che sancì di li a poco l’addio a Napoli del più grande calciatore mai nato, un argentino appunto.
C’è un filo che unisce la città di Napoli a quella terra sudamericana, sarà quel colore celeste della bandiera che ricorda il cielo partenopeo con tanto di sole. Sarà per l’essere popolo caldo, vulcanico, ballerini di tango loro, cantanti passionali i napoletani, o sarà solo che l’uomo che ha regalato gioie, fama e rivalsa alla città partenopea è stato il Dio del calcio di sangue argentino appunto, e allora un solo cuore batte nei vicoli di Napoli come in quelli di Buenos Aires, quello che tifava Diego al San Paolo e tifa oggi per l’albiceleste che sale, dopo 36 anni, in Qatar, sul tetto del Mondo, l ultima volta la coppa l aveva alzata sempre lui “el Diez”. Tutto torna….