Fotografie di Paolo Cenciarelli

Ho scattato le sue mani il giorno che me lo ha chiesto lui. Quella foto la ha voluta, pensata, visualizzata e chiesta proprio così, come è adesso. Per me era la prima volta che sentivo un’intesa così forte anche in quello che so fare meglio, fotografare.In quel momento ho capito che il nostro legame era qualcosa di più di un’amicizia: lo chiamavo fratello fin dai tempi in cui non era una moda.Nella vita lui ne ha passate tante, fra arresti, condanne e il tentativo di reinserimento in una società ipocrita e retrograda. Ma nulla ha mai veramente intaccato il nostro rapporto. Certo è stato modificato, plasmato, costretto a limiti fisici e temporali, ha risentito dei nostri rispettivi umori non sempre positivi, ma questa energia costante che ci attrae uno all’altro, forse più di un legame di sangue, non ha mai affievolito la sua tensione.Riguardando le mie foto ho percepito la sua presenza costante, nonostante tutto e tutti. Ci possiamo perdere e ritrovare senza che nulla cambi davvero.Abbiamo condiviso ansie e gioie, risate e lacrime. La sua figura ha rappresentato una costante nella mia vita e nella mia produzione; grazie S, senza di te non saprei cosa sarei stato.