Fotografie di Letizia Toscano
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Milano ti dà, Milano ti toglie – la nuova rubrica in cui Pier Costantini e Letizia Toscano, incontrano e raccontano alcuni personaggi di Milano. Oggi incontriamo Claudio Composti
Milano ancora Milano perché Milano?
Perchè è la sola città così organizzata e allo stesso tempo vivibile, che accoglie tutti e dà possibilità a chi fa un certo tipo di lavoro, specie creativo, di esprimersi e trovare il giusto humus dove giocarsela e crescere…tra le mille difficoltà che questo comporta, ovviamente. Bisogna viverla per un po’ assolutamente, poi lasciarla, magari per vivere all’estero, e tornarci, se mai.In questo luogo: dove stanno il tuo cuore, la tua testa, le tue mani?
Sentimenti, azioni, obiettivi…
Il cuore si divide tra zona Piazza Firenze e ChinaTown, dove vivo e dove sono cresciuto tra arte e vita di strada, e poi Via Malaga, nella ex conceria di pelle che ho scoperto quando avevo 22 anni, prima che ristrutturassero i capannoni/loft oggi sede di artisti, fotografi, designer e giornalisti e dove ho abitato per 7 anni e dove è venuto ad abitare anche il mio socio Vincenzo Maccarone, nel loft che poi è diventato per qualche anno la sede della nostra galleria, mc2gallery. Insomma sono stato 10 anni circa in Malaga. La testa invece…è sempre altrove, su idee e progetti di mostre e le mani e-seguono…Quale sogno hai realizzato qui e quale vuoi realizzare?
A Milano sono cresciuto e ho realizzato il sogno di vivere di una passione, l’Arte, che ho respirato fin da bambino grazie a mio padre.
Poi, scoperta via Malaga per caso, ho sentito di aver trovato il mio posto delle fragole, dove mi sono sentito a casa e ho vissuto il mio spirito artistico, circondato dalle persone che avevano lo spirito affine. Malaga è uno state of mind. La ami o la odi. E una volta di Malaga resti di Malaga. Invece oggi, verso i 50 anni, bramo sempre più un luogo dove vivere bene, seguendo la (propria) natura, con qualità di vita e continuare a viaggiare poi nel mondo.
Come dico sempre, ho mangiato un vecchio da bambino…Chiudi gli occhi: qual è il ricordo che qui ti lega?
Quando sono arrivato a questa festa incredibile in via Malaga una sera, prima che la ristrutturassero: avevo 22 anni credo, era l’epoca in cui d’improvviso si spargeva la voce tra i gruppi di una festa da qualche parte, si andava all’indirizzo e si finiva in case private o situazioni di ogni tipo, in metà di mille…questa volta erano questi capannoni con ancora macerie, candele e proiezioni video e arte e musica di diversi tipi nei vari capannoni: ci saranno state 500 persone, c’era dal punk a quello in smoking…forse era un rave senza saperlo?…e poi ricordo quando, 10 anni dopo, ci sono tornato casualmente, attraverso un altro personaggio incredibile, che aveva un loft/show room, dove ho curato la mostra di prototipi di un grande designer e architetto nigeriano, Ola Dele-Kuku. Era il 2005…Lì ho riconosciuto che era il posto della festa. E il mio posto.
Ieri oggi domani.
I pro e i contro di essere un milanese
I pro, essere milanese. Vivi e respiri da sempre una città cosmopolita a dimensione paesone, che dà occasioni. Senza regalarle.
I contro, essere milanese. Quindi un po’ chiusi all’inizio, ma poi siamo generosi e accoglienti. Però, prima tutto passa attraverso una presentazione o l’introduzione ad un gruppo o alla persona giusta e con fatica si approfondiscono i rapporti davvero, nascosti dietro grandi formalità. Milano la capisci pensando ai suoi cortili nascosti: da fuori non vedi un albero in centro. Poi sbirci o entri in un portone e trovi un parco con fenicotteri rosa…
Milan l’è on grand Milan…!