Tu sei di Brescia cresciuto a Brescia, Milano ha rappresentato per te un punto di riferimento? Che percezione ne avevi?
Milano è sempre stata un punto di riferimento per me. Gran parte delle prime robe di Rap Italiano che mi arrivavano venivano da li, la mia percezione era semplicemente che, in confronto a Brescia, era una metropoli a tutti gli effetti e per noi che eravamo abituati a vivere in una città piccola e un po’ provinciale, Milano aveva un alone di magia.
Trovi un parallelismo tra la vita e le storie dei ragazzi della provincia e quelle della città?
La provincia secondo me è un’attitudine oltre che un fattore geografico. É possibile rimanere incastrati anche nel proprio quartiere o nella propria zona pur vivendo al centro del mondo, così come venire da un posto sperduto e aver la voglia di uscire ed esplorare delle realtà diverse. Ci sono un sacco di elementi che determinano questa cosa ma forse il parallelismo che mi viene da fare è che in qualche modo i quartieri sono un po’ come delle piccole province della città. L’ essere “provinciale” comunque è una cosa soggettiva, almeno secondo me.
Ora vivi a Milano, negli anni l’hai vista cambiare come hai visto cambiare il rap e l’hip hop per tramutarsi nella trap?
É sicuramente successo qualcosa, a Milano in primis e poi in Italia c’è sicuramente un PRE e un POST Sferaebbasta. I ragazzini di oggi hanno più mezzi a disposizione rispetto a noi e imparano alla svelta, forse è diventato tutto un po’ più frivolo ma i talenti veri vengono fuori prima o poi.
Il tuo percorso è stato influenzato dal suono degli anni 90, ti senti a tuo agio con il suono che ti circonda ora? Quanto sei soddisfatto dello spazio che ti sei ricavato con l’unicità del tuo suono?
Sono a mio agio con il suono di oggi, ovviamente ho un mio gusto e una forte influenza dei 90 ma allo stesso tempo sono contento di non essere un fondamentalista della roba vecchia. Mi piacciono tante cose nuove, cerco sempre di capirle a fondo prima di dare un giudizio. Sono anche contento di essermi ritagliato un mio spazio, anche se la vera difficoltà sta nel mantenere in equilibrio la propria unicità senza chiudersi troppo.
Ultimamente ti sei levato lo sfizio di lavorare con Katzuma aka Deda dei Sangue Misto. Dicci un po’?
Ero in contatto da tempo con Deda, durante il lockdown mi ha girato una cartella con un po’ di produzioni sue. Io quel periodo l’ho passato vivendo in studio quindi, quando ho ricevuto i beat, mi sono messo a scrivere di getto ed è uscita “La calma”. Per me è stato un po’ un sogno che si avverava, se me l’avessero detto nel 2005 non ci avrei creduto.
Milano è fatta di Milanesi d’adozione, tu ti senti un po’ Milanese? Hai dei luoghi del “cuore” a Milano? E questa città ti è in un certo qual modo di ispirazione?
Assolutamente sì, ho diversi luoghi del cuore a Milano, su tutti però la zona di Cenisio (dove abbiamo lo studio Undamento) è ormai diventata la mia casa, quindi se devo scegliere un posto ti direi quello.
Prossimamente si voterà a Milano per l’elezione del Sindaco. Votano i residenti, sei residente?
Ho fatto il cambio di residenza da veramente poco ma, dopo quattro anni, sono finalmente un cittadino Milanese. Ora sto aspettando la scheda elettorale, quindi il mio voto dipenderà dalla velocità della posta. Speriamo bene.