Fotografie di Giovanni Giusti
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Attraverso questo progetto intendo esplorare la conoscenza di una persona, ma in un modo insolito. Invece di concentrarmi sulla presenza e sulle interazioni dirette, ho scelto di approfondire ciò che emerge attraverso l’assenza. Nel mio lavoro ho cercato frammenti di pensieri, tracce della mente e silenzi eloquenti per dare vita a un dialogo visivo tra l’assenza e ciò che rimane. Ho iniziato con l’aspettativa e l’idealizzazione, ma anche con la sintonia e la fiducia, fino ad arrivare al compromesso che diventa necessario. Mi rendo conto che la perfezione iniziale è solo un’illusione. La carenza si fa sentire e la vulnerabilità e la fragilità emergono. Viviamo la delusione quando le aspettative non sono soddisfatte e la disillusione quando scopriamo che la realtà non corrisponde alle nostre speranze. Tuttavia, il protagonista principale rimane l’assenza, dalla quale nasce il resto e di conseguenza, la mia consapevolezza di un’essenza che non può più essere vissuta e condivisa, ma che racchiude in sé un senso di nostalgia per la spensieratezza generata dalle aspettative iniziali. Con “Il vuoto e il resto” condivido quindi una riflessione intima e personale sulla natura umana e sulle connessioni che si creano e si perdono nel corso del tempo, sapendo che ciò che rimane può permettere una comprensione più profonda della nostra esperienza umana e delle dinamiche delle relazioni che ci definiscono.