Insieme creiamo ponti

Fotografie di Jon Bronxl
Testo di Stephen Ajao


 

Milano, 7 Giugno 2020. Giornata grigia e densa, classica domenica da casa, divano e coperta, vista anche la pioggia nell’aria. L’ appuntamento era alle 16 in piazza Duca D’Aosta, in Stazione Centrale per intenderci. Girando per la piazza ancora prima che cominciasse la manifestazione, mi è balzata subito all’occhio l’età media dei partecipanti, tutti giovani tra i 18 e i 30. Dato piuttosto positivo se si pensa a quella che sarà l’Italia di domani. Personalmente è stata di forte impatto la mescolanza culturale dei partecipanti. Raramente capita di vedere così tante etnie differenti tutte unite dallo stesso ideale.
Famiglie arabe, ragazzi asiatici, persone da paesi extraeuropei, africani, afro-italiani, e tantissimi
italiani ovviamente. Interessante è il confronto con il passato, rispetto a quello che succedeva solo 80 anni fa circa in quella stessa piazza.
Sappiamo per esempio del Binario 21 della stazione, dal quale partivano i deportati durante la II Guerra Mondiale. Sappiamo delle numerose rappresaglie fasciste dell’epoca; senza contare che la stazione centrale stessa architettonicamente parlando è un mix ben bilanciato di eclettismo liberty e razionalismo fascista.
Da questa manifestazione si percepisce profondamente il distacco dal passato ed il processo che c’è stato nel mezzo. Considerando tutte le difficoltà che ha affrontato il paese nel corso degli anni, la presenza stessa delle persone, e la mescolanza culturale tra queste, testimonia il fatto che, per fortuna, stiamo andando verso una
direzione corretta. L’elettricità nell’aria è palpabile, c’è molta positività, pace e sentore di amore e fratellanza.
Sui cartelli si legge: “No freedom ‘till we’re equal”; “United we are, and we are going nowhere”, “End white silence”, “Black are people too”, “Create a world with no fear”, “Not just for Jorge, not just today, not just for America. Always every day”. Nonostante la paura del Covid, la pioggia e il maltempo, le mascherine e il distanziamento sociale, credo sia importante come cittadini portarci nel cuore pezzi di giornate come queste. In molte piazze nel nostro paese moltissima gente si è unita con l’intento di manifestare un sentimento comune, legandosi al prossimo più intensamente rispetto al giorno prima. Con un semplice atto quale la presenza abbiamo costruito ponti laddove prima c’erano muri. Abbiamo creato ponti tra città, stati, nazioni e continenti. Ponti invisibili sui quali salire e lasciarsi alle spalle razzismo, discriminazione, intolleranza e xenofobia.

Ponti che ci avvicinano e non ci allontanano.