Fango vista mare

Fotografie di Andrea Partiti

Per molti Ischia è una meta turistica fatta di spiagge e buona cucina. Ma quello che è successo lo scorso 26 Novembre, quando una valagna di fango ha spazzato Casamicciola, seppellendo 12 vittime, ci ricorda che l’isola non è solo questo. Le case spazzate via dalla forza dell’acqua, le ondate di fango che hanno sostituito quelle del mare ci mostrano un volto dell’isola che i turisti non vedono, che noi stessi facciamo fatica a vedere, offuscati dalle notizie, dalle accuse e dallo scarico di responsabilità, ma solo quando la tragedia, come il fango, è ancora fresca. Perché queste tragedie, sull’isola di Ischia, sono tutt’altro che infrequenti. Non è solo il fango a uccidere, sull’isola. I terremoti hanno causato decine di vittime e centinaia di sfollati nel corso degli anni, che si sono accumulati dopo ogni tragedia, come i detriti ancora visibili dopo anni dalle ultime scosse, lungo strade in cui il fango rimane impresso e visibile come il sangue di una scena del crimine.

Veduta di Casamicciola dalla salita di via Celario, la Zona Rossa della frana. Casamicciola, un comune di circa 7000 abitanti, è uno dei più colpiti dalla frana di fango di Novembre 2022, in cui 12 persone persero la vita.

Il primo punto colpito dalla frana è stata la base del Monte Epomeo, dal quale è partita la colata di fango. Dopo 4 mesi dalla tragedia, la quantità di detriti pronta a riversarsi a valle è ancora pericolosamente alta.

In Piazzale Gradone, la frana si è infranta una seconda volta, dividendosi in colate più piccole. Nel piazzale, i volontari accumulano i detriti in attesa del loro smaltimento.

Volontari al lavoro per liberare dai detriti la zona del Celario, da cui partì la colata di fango.

La frana è avvenuta alle cinque di mattina, colpendo le vittime nel sonno. 

Una veduta del Monte Epomeo e delle abitazioni colpite. I profondi solchi lasciati dalla colata indicano con chiarezza il suo percorso. 

Trascinati dal fango, enormi massi sono stati trascinati verso il mare, provocando squarci nelle strade e nelle abitazioni. 

L’ingresso di un’abitazione colpita dalla frana. Il danneggiamento e la distruzione di 40 abitazioni hanno portato allo sfollamento di 462 persone. 

Le tracce di fango lasciate sugli edifici ci danno una testimonianza chiara dell’altezza delle onde e della loro potenza. 

Alle abitazioni e agli sfollati si aggiungono i danni alle strutture alberghiere. Il turismo rappresenta il settore di maggior rendita nell’isola. 

Una delle decine di auto colpite dalla colata, accumulate in Via Pio Monte di Misericordia. 

Piazza Maio. Il Ristorante Resistenza di Franco, volontario creatore di un punto di riparo e ristoro per forze dell’ordine, vigili del fuoco e altri volontari come lui. 

I danni provocati dal terremoto del 2017. Alcuni edifici sono ancora in attesa di essere abbattuti. 

Ida nella sua abitazione. Ida, giornalista ischitana, vive dal terremoto del 2017 come sfollata. 

L’interno della casa di Ida. Particolare. 

L’ingresso della Zona Rossa di La Rita, l’epicentro del terremoto del 2017. 

Alcuni dei detriti trasportati in riva al mare dalla frana. Quattro delle dodici vittime erano bambini. 

Manifesto commemorativo delle vittime e del comune di Casamicciola. Negli ultimi 100 anni, è quello che ha pagato il prezzo più alto in termini di vite umane. 

Un volontario libera un edificio dai detriti con l’aiuto di una carriola.