Fotografie di Lorenzo Castore
Rubrica Chain
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Quando Sebastiano mi ha chiesto se avessi avuto voglia di partecipare a Chain non avevo idea di chi avrei potuto fotografare e perché. Il fatto che un fotografo fotografi un altro fotografo di solito crea al modello un po’ d’ansia perché si è abituati a stare dall’altra parte, nonostante l’ego e la vanità tentino. E così, riflettendo sull’ego e la vanità mi sono imbattuto nel mito di Narciso (la cui storia parte da molto lontano e arriva fino alla psicanalisi contemporanea) e ho proposto di fotografare Paolo, perché è un fotografo che non conoscevo di persona e perché fa moda (ma non solo), quindi è abituato a lavorare sul desiderio e a dirigere. Gli ho chiesto di ribaltare la prospettiva e di esporsi in modo radicale. Le condizioni erano di mettersi a nudo, di accettare il contrappasso e di affidarsi. Paolo si è dato con generosità. Abbiamo giocato nel suo studio – con i suoi assistenti e vari amici – e con le mie regole e ne è venuto fuori non un set ma un’esperienza.