Fotografie di Gabriele Fanelli

“Sitientes venite ad aquas” è un’espressione latina ricorrente in ambito religioso, che si trova facilmente anche in Puglia, sulla facciata di alcune chiese per esempio. È chiaro il riferimento di più stretto respiro teologico, ma è inevitabile pensare come una frase di questo tipo assuma una valenza ancora più potente in una terra povera di risorse idriche come la Puglia. Viene da chiedersi chi siano oggi i sitientes, gli assetati, e che rapporto abbiano con l’acqua in questo territorio pugliese affacciato sull’abisso di una potenziale futura desertificazione, soprattutto nelle campagne, dove il rapporto con l’acqua era e continua a essere molto complesso.

Gli assetati oggi sono coloro che ogni giorno cercano un equilibrio tra un nuovo modo di vivere le campagne e la necessità di coltivare la terra in maniera rispettosa.

Francesca Radin di Onda Fertile Farm raccoglie fiori spontanei per farne una misticanza. Nelle campagne tra Oria e Cellino San Marco (BR) nasce Onda Fertile Farm, un’azienda agricola creata da Francesca Radin e Mattia Pantaleoni, dove coltivano ortaggi prevalentemente in aridocoltura.
Nemo impara a misurare le altezze del campo per capire direzione e velocità dell’acqua piovana (Onda fertile farm).
Mattia Pantaleoni usa la tecnica dell’acqua per capire le quote di altitudine del campo.
Mattia blocca il flusso dell’acqua con un dito.
Mattia mi mostra il terreno umido sotto la pacciamatura.
Angelo Giordano, agronomo e seedsaver mi mostra il terreno sabbioso e povero di acqua del suo campo di pomodori, che crescono rigogliosi senza l’uso di acqua.
Un ritratto di Angelo Giordano nel suo campo di pomodori nelle campagne di Ceglie Messapica (BR).
La raccolta dei fichi presso I giardini di Pomona nelle campagne di Cisternino.
Paolo Belloni, de I Giardini di Pomona, raccoglie i fichi. I giardini di Pomona sono un conservatorio botanico che vanta oltre 600 varietà di fichi (ficus carica), una delle collezioni più importanti del mediterraneo, tutte coltivate senza l’uso di acqua.
Paolo Belloni raccoglie i fichi.
Angelo Passalacqua, nominato biopatricarca dalla Regione Puglia per il suo lavoro di tutela della biodiversità pugliese, svolge un lavoro di continua ricerca sperimentazione nei suoi campi a Santeramo in colle (BA), coltivando rigorosamente in aridocoltura.
Angelo Passalacqua tra i cardi, che crescono spontanei.
Angelo Passalacqua cerca di estrarre i semi da un cardo nonostante le spine.
Roberta Bruno, presidente della cooperativa bracciantile agricola Karadrà, dove il sistema dell’agricoltura in arido si pratica dal 2013. Qui Roberta posa nel punto vendita della cooperativa ad Aradeo (LE).
L’orto selvatico di Lamia Santolina, un luogo nato nelle campagne di Carovigno (BR) grazie al lavoro di Cosimo Terlizzi e Damien Modolo, che coltivano e valorizzano le piante della gariga, che di solito vengono considerate erbacce.
Cosimo Terlizzi nel suo giardino di Lamia Santolina.
Un fiore di borragine e uno di papavero nell’orto di Lamia Santolina.
Cosimo Terlizzi con alcune delle piante che crescono rigogliose ai bordi delle strade, gli unici posti dove la biodiversità si preserva ancora in maniera spontanea. Alcune di esse vengono usate a scopo decorativo, altre vengono trasformate in amari o altri prodotti.
Una vista del giardino di Lamia Santolina.