Photo by Alan Chies
–
Prendete una quindicina di fotografi e altrettanti registi. Invitateli al Daylight Studio durante un piovoso week end pseudo-primaverile.
Chiedete loro di venire portando un’immagine a scelta proveniente dal loro repertorio.
L’immagine poteva essere su qualsiasi supporto, di qualsiasi formato. Potevano portare qualsiasi cosa, purchè fosse rappresentativa in qualche modo del loro lavoro.
Si sono presentati con schermi al plasma, con formati d’affisione, con una cartolina in una tasca. Si sono presentati con un pezzo della loro storia tra le mani.
I più, abituati a stare dall’altra parte dell’obiettivo, si sono sentiti un pò a disagio (non tutti).
GABRIELE MICALIZZI
“Questa foto è fatta a Gaza nel 2018 in occasione della marcia del ritorno. Un manifestante di Gaza corre verso i soldati israeliani al confine tirando una pietra. Nonostante sia una situazione disagiante capita a volte di trovare queste foto molto oniriche che, se vengono decontestualizzate, sembrano più una messa in scena che la realtà.”
MARCO MUCIG
“La locandina del mio cortometraggio intitolato Family First. Mi affeziono sempre all’ultimo progetto su cui sto lavorando. Quando ho provato ad immaginare di stampare l’immagine ho pensato che una videoproiezione rispecchiasse meglio la mia identità”.
ALESSANDRO FURCHINO
“Mi sono sempre chiesto come si sentisse quella casa. Se stesse bene o si sentisse sola.
Col mare la in fondo e confinata tra la strada di ferro e quella di cemento.
Casa, Siderno 2014”
VERONICA MENGOLI
“Sono tre foto consequenziali.
Pellicola a colori stampate su carta Kodak. Lievemente sottoesposte e sfocate, come i ricordi.
Rappresentano il mio infinito desiderio di raccontare la poetica del quotidiano.
D’altronde in Emilia ho avuto grandi maestri, Dalla e Ghirri su tutti.”
MATTIA ZOPPELLARO
“Non sono religioso ma Lou Reed è il mio Gesù”.
CEDOMIR PAKUSEVSKIJ
“La mia mente è la chiave che apre infinite realtà”
LADY TARIN
“Uno degli ultimi lavori, pubblicato tra l’altro su Perimetro. L’immagine è stata scattata a Milano, durante un compleanno al Bar Basso. Rappresenta per me un’esplosione di sensualità e bellezza”.
GIORGIO CARELLA
“Questa è la foto matrice di una nuova mostra che sto allestendo e che si chiama Black Milano. Ogni immagine sarà accompagnata da un file audio registrato nello stesso luogo in cui è stata scattata l’immagine”.
SHA RIBEIRO
La foto che ho portato è un ritratto di Knuckles, un Mc Grime di londra.
Fa parte di uno dei miei primi progetti fotografici “London Grime” Scattato a Londra, in questo specifico caso a Leyton stone , East London nell’aprile del 2007.
London Grime è un progetto di ritratti a quelli che erano gli MCs della scena Grime in quel periodo.
È un lavoro importante, per me, perchè è stato il mio primo progetto in cui ho capito la direzione del tipo di fotografia che avrei voluto intraprendere.
LUCA MERLI
“Guarda dove ti ho portato”.
MICHELE RHO
“Dove stiamo andando? Che fine faranno tutti i video e tutte le immagini che abbiamo realizzato nella nostra vita? Esiste un posto che potrà contenerle tutte? Non ho risposte in tal senso ma mi piace pensare che ciascuno di noi avrà a propria disposizione una sala cinematografica che proietta in a rotazione i video di una vita”.
NICOLA CARIGNANI
“Lui si chiama Trippy ed è un insegnante di arrampicata con l’hobby del cross dressing. E’ uno dei soggetti del mio libro Obtainium. In questo momento trovo che sia il più interessante proprio per questo suo approccio giocoso alle regole di genere.”
DANXZEN
“Una serie di punti descrivono un teschio mal concio a causa del suo percorso.
Una serie di pixel descrivono un regista mal concio a causa del suo percorso.
Evviva il percorso!”
FABIO PALEARI
“il mio primo libro, è il libro che mi rappresenta di più”.
MAKI GHERZI
“Home”
CHIARA FOSSATI
“questa è una foto del mio progetto Where were u in 99, sul movimento rave. Nonostante siano passati vent’anni resta uno dei miei lavori a cui sono più legata.”
JACOPO FARINA
“ ho portato l’ultima locandina di Ivrea Tronic, un after elettronico di Cosmo e i ragazzi di Ivrea che mi era rimasta in tasca dall’ultima serata”.
MARGHERITA CHIARVA
“Ho portato un’immagine 35mm stampata nella mia camera oscura. E’ un’onda del mare.”
MARCO SCOTUZZI
“L’immagine in movimento ha il potere di rapire l’attenzione di un gruppo di abitanti di un villaggio senegalese portandoli a guardare una soap opera indiana con sottotitoli russi. Come in questa scena tratta dal mio ultimo documentario.”
GIORGIO GALIMBERTI
“In questa immagine c’e’ tutta la mia visione personale di fotografia , la grafica carica di nero e bianco la totale assenza di grigio, l’ architettura della mia citta’ del cuore ( NYC) , guardandola ritrovo le emozioni e la poesia che cerco sempre in un’ immagine”.
FRANCESCO RAGANATO
“Questa immagine unisce le mie due anime che sono il documentarista e il fotografo. Qui Letizia Battaglia è a Mondello, è mattina presto e sta lavando i suoi ricordi più scuri con l’acqua”.
MARIO ZANARIA
“Ho portato un mio librino che indaga come la bellezza possa assumere forme diverse”
LAURA CHIOSSONE
“Non è bello ciò che è bello è bello ciò che piace”.
DAVIDE GALLIZIO:
“Mi affascina il mondo del ritratto perché mi permette di vivere l’esperienze che fotografo dando sfogo alla mia curiosità. Questa immagine fa parte di un progetto sulla piccola pesca italiana ancora inedito.”
ANTONINO VALVO
“Il supereroe senza poteri cerca il suo posto nel mondo, vive in conflitto con ciò che lui sente di essere e ciò che gli altri si aspettano da lui. È un personaggio che mi accompagna da anni e la sua condizione non è molto diversa da quella che sento come regista. “
LEONARDO CORALLINI
“Porto con me un oggetto prezioso della mia produzione berlinese. Una donna, svedese ritratta all’interno del progetto The draw of me.”
CARLO SIGON
“Cornice 20 x 15cm, legno di ulivo, scalpello, pialla, colla.”
SIMON
“ Eva Riccobono per Francesco Scognamiglio, era la home sul mio primo sito, volevo chiudere il cerchio.”
ANDREA CORSINI
“Ho portato una foto di scena dell’ultimo cortometraggio che ho appena terminato. Rappresenta sia un progetto presente, la fine di un percorso di 1 anno appena terminato che sarà il progetto a cui lavorerò in futuro: il mio primo lungometraggio.”