Post-Adolescence

Photo by Federica Sasso

Quando si vive non accade nulla. Le scene cambiano, le persone entrano ed escono, ecco tutto. Non vi è mai un inizio. I giorni si aggiungono ai giorni, senza capo né coda, è un’addizione interminabile e monotona. «Vivere è questo. Ma quando si racconta la vita, tutto cambia.» scrisse Jean-Paul Sartre in La nausea, 1938. Negli ultimi anni la ricerca personale di Federica ha toccato diversi temi, dall’adolescenza ai disturbi alimentari, dalla presunta alienazione virtuale della cosiddetta Generazione Z, alla partecipazione ad un gruppo, al riconoscersi come parte di una comunità. Il suo lavoro tratta il rapporto tra le nuove generazioni e lo spazio circostante, fisico e virtuale appunto. Lo scrittore Giacomo Papi, sottolinea come «La maniera più semplice per immaginare la percezione del mondo che ha una generazione è confrontarla con le aspettative e le delusioni di quest’ultima. Chi è nato nel 1968, per esempio, a un anno ha visto lo sbarco sulla luna, a otto cantava gli Oliver Onions (a 16 i Duran Duran o i The Clash, a seconda dei gusti). I nati nel 2000 a un anno si sono beccati l’11 settembre e a otto, dopo due guerre e molti attentati, una crisi economica da cui, quasi dieci anni dopo, non sono ancora usciti.» La cosiddetta Google Generation infatti, i nati tra il 1995 e il 2000, sviluppato un accesso completo alla tecnologia informatica, Internet, social media, hanno visto crollare i muri tra il mondo digitale e quello fisico, stanno ora sperimentando precariato, call center, automazione del lavoro, cambiamento climatico, immigrazione e così via. Disorientati, stanno sviluppando nuove forme di resistenza. #Post- Adolescence documenta il loro viaggio verso la vita adulta.