Fotografie di Sofia Cremaschi

 

 

Fra le mura domestiche si è scandita la vita dell’ultimo anno, in particolar modo durante i vari lockdown. Da qualche mese ho avviato con altre ragazze uno sportello di cura e ascolto nel quartiere di Calvairate, all’interno di Macao, centro per la cultura e le arti di Milano. Dopo aver ricevuto delle formazioni adeguate dalla Casa delle donne di Milano, abbiamo deciso di dar vita a questo spazio per dare supporto alle donne, del rione in cui siamo collocate, per creare un luogo in cui le ragazze possano in cui sfogarsi, prendere parola, condividere episodi violenti e solitudini, trovare solidarietà e sorellanza. Abbiamo attraversato con alcune di loro le rispettive esperienze, chiedendogli come hanno vissuto l’isolamento all’interno delle mura domestiche durante la crisi pandemica e dove fosse stato necessario, le abbiamo indirizzate verso servizi utili attivi sul territorio.

Attraverso questa esperienza sono entrata in contatto con molte storie e ho sentito la necessità di raccontarle. Ho fotografato diverse donne all’interno delle loro case, le quali hanno condiviso come hanno vissuto le mura domestiche durante il Covid e in particolare il lockdown. Non per tutte, infatti, la casa è un luogo necessariamente sicuro. Gli spazi possono essere molto ristretti, le famiglie numerose. In casa possono consumarsi violenze e può essere un luogo in cui prende spazio la depressione o un forte senso di solitudine; al contempo ho percepito il profondo amore e l’unione che caratterizza queste relazioni. Mura racconta la forza e l’unione che può nascere dalle situazioni più difficili.

Tallulah
Nata a Los Angeles, Tallulah ha vissuto negli USA fino alla prima giovinezza. Trasferitasi a Firenze per frequentare le scuole superiori, è poi tornata negli Stati Uniti. Oggi vive a Milano con i suoi due figli, Noah e Keith.

Se ti guardi indietro, definiresti gli ultimi mesi difficili?

Da una parte è stato pesante, ho fatto fatica a dedicare dei momenti al mio lavoro in quanto madre single. Prendersi cura di due bambini piccoli è una mansione totalizzante. Al contempo sono entrata molto in contatto con loro, ho approfondito la connessione che ci lega e ci siamo creati un mondo molto intimo fatto di svago e introspezione. Abbiamo ballato, ci siamo guardati dentro a vicenda, ci
siamo immersi l’uno con l’altra.

Nella foto, Tallulah, Keith e Noah.

Keith, Noah e Charlie (Bulldog francese)

Tallulah, Keith, Noah e Charlie (Bulldog francese)

Tallulah, Keith, Noah e Charlie (Bulldog francese)

Barbara e Mirella

Barbara è nata in Brasile e ha origini venete.
Mirella discende da una famiglia peruviana. Si sono conosciute tramite una chat di incontri, si sono messe insieme e, con i pochi risparmi che avevano, hanno preso un monolocale. Ora vivono lì con anche i figli di Barbara, Lara e Matteo.

Come è stato vivere il lockdown?

Ci siamo sentite strette tra le mura domestiche, ma sappiamo di essere fortunate ad avere un tetto sulla testa e un lavoro che ci permette di sopravvivere. Per fortuna Mirella, che è operatrice tecnica infermieristica, ha continuato a lavorare nonostante il lockdown, anche se è stata sottoposta a momenti di forte stress emotivo: nell’ultimo anno ha visto molte persone morire e faceva fatica a scindere il lavoro dalla vita familiare.

 Nella foto, Mirella gioca con Matteo.

Barbara gioca con Lara e la gatta Luna.

Lara

Fatima

Fatima ha 32 anni ed è nata in Marocco, a Casablanca. E’ a Milano da tre anni assieme i suoi tre figli, Yasser, Isal e Jasmine.

Ti piace il luogo in cui vivi?

Vivo in un bilocale Aler da sola coi miei figli che sto crescendo senza l’aiuto di nessuno. La casa mi piace molto, ci siamo spostati da poco e piano piano la stiamo sistemando. In futuro, però, gli spazi non basteranno più perché Yasser sta diventando un adolescente e io, banalmente, non voglio spogliarmi sempre davanti ai miei figli.

Yasser e suo fratello Isal giocano a calcio in cortile.

Fatima versa il tè marocchino.

Liz

Liz è una ragazza peruviana che vive nel quartiere Ortica, in un monolocale, assieme i suoi due figli, al compagno e al loro cane.

Senti che questo spazio vi abbia accolto nella maniera adeguata durante il lockdown?

Durante i periodi di maggiori restrizioni casa nostra è diventata davvero angusta. Fabrizio era evidentemente molto annoiato e per distrarlo abbiamo provato ad inventarci i giochi più disparati, ma era tutto inutile, non l’ho mai visto piangere così tanto.

Nella foto, Liz, ha avuto acne causata dal forte stress.

Liz e Fabrizio.

Liz, Fabrizio e Alessandro sulle scale.

Serena

Serena è nata a Molfetta, in Puglia, ma vive a Milano da 4 anni. Da un po’ si è affermata come cantante rap, nome d’arte Comagatte, e vive della sua passione più grande.

C’è qualcosa che ti è particolarmente mancato in questi mesi?

La cosa che più mi è mancata e ancora mi manca è riuscire a realizzare a pieno le mie canzoni e a esprimermi nei live. Però, durante il lockdown, ho comprato l’attrezzatura adatta a fare video in streaming su Twich e questo mi ha permesso di evadere dall’isolamento.

Serena si trucca in camera.

Serena mostra i suoi tattoo.

 

Care desk Z4, prendersi cura della città
A cura di Florencia Andreola, Azzurra Muzzonigro – Sex & the City Milano

Sex & the City è una lettura analitica di genere della città di Milano. Il cuore della ricerca è un Atlante di genere, una mappatura critica in cui i concetti diventano spazi fisici, che traducono esigenze specifiche, e reti di soggetti che animano quegli spazi. Lo scopo principale dell’atlante è mostrare la geografia legata al genere, e offrirsi come piattaforma di dialogo e costruzione collettiva di senso. Fra le tante esperienze che l’Atlante intercetta, Care Desk emerge sia per la sua natura collaborativa tra collettivi informali e realtà più consolidate – quale la Casa delle Donne di Milano -, per il proficuo scambio intergenerazionale fra donne, sia per la delicatezza del suo ruolo, in un quartiere complesso e problematico della città, capace di accogliere, ascoltare, aiutare chi sente di voler condividere una parte della propria vita. Care Desk è cura reciproca, dalle donne per le donne. E la cura è ciò di cui, oggi più che mai, le nostre città hanno bisogno.