Photo by Alessandra Carosi
rubrica: Scatti
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Chinatown, Milano: una città nella città, un involucro che contiene un mondo, un contenitore che è a sua volta contenuto. Gli imballaggi, perfetto esempio di prodotto industriali di serie, diventano metafora dell’analisi del contesto quotidiano, un’estetica della produzione di massa. Una sequenza ripetitiva di oggetti di consumo ordinari quali pacchi, scatole, buste di plastica viene intervallata da banali ortaggi, frutta e verdura, anch’essa dovutamente impacchettata per essere venduta, benché gli ortaggi siano già provvisti di un involucro naturale che li protegge. La Cina, un paese dove il consumismo si spinge fino quasi a diventare religione di stato, è capace di lasciare spazio alle singole individualità? I ritratti meditativi ne interrogano le conseguenze, lasciando aperto il quadro delle possibilità a chi guarda. Il progetto rende omaggio a Ed Ruscha, poliedrico artista americano, tra i primi sperimentatori del libro d’artista (Twentysix Gasoline Stations, 1962, ma anche e soprattutto Various small fires and milk,1964, Nine swimming pools (and a broken glass), 1968), le cui opere sono dotate di grande ironia e potenza evocativa.