Fotografie di Marco Onofri
Intervista di Sebastiano Leddi e Constanza Cavalli Etro
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1) Giovedì 7 Novembre inizia la sesta edizione del Fashion Film Festival Milano, quanto è cambiato il festival dalla primissima edizione?
Innanzitutto abbiamo iniziato con un Festival di 1 giorno e ora siamo a 5, all’inizio avevamo 350 fashion film ricevuti e ora siamo a 1000, quindi siamo cresciuti tanto!
Siamo uno dei pochi Festival di settore che è riuscito non solo a restare vivo negli anni ma anche a crescere continuamente coinvolgendo i nomi più importanti dell’ambito creativo internazionale.. Rispetto alla prima edizione uno dei cambiamenti più importanti è lo sviluppo della parte fuori concorso del Festival che ormai è un appuntamento attesissimo del pubblico, tutti aspettano le premiere dei documentari che ogni anno presentiamo al Festival. Siamo diventati un punto di riferimento per le persone che sono appassionate al mondo della creatività. Ad esempio quest’anno abbiamo i due documentari in anteprima europea: “The Times of Bill Cunningham” di Mark Bozek e “Peter Lindbergh: Women’s Stories” di Jean Michel Vecchiet con l’introduzione in sala di Paolo Roversi.
2) Una delle imprese che consideriamo incredibile rispetto alla nascita di questo progetto è il modo in cui sei riuscita a includere tutti i brand di moda della città senza metterli davvero in competizione tra loro, come hai fatto?
Abbiamo creato un insieme di contenuti ambiti dai brand, di altissima qualità, una vetrina che potesse permettere ai brand di esibire i loro lavori all’interno di un progetto unico al Mondo. Soprattutto in questo penso sia stato fondamentale il nostro messaggio “Il Grande aiuta il Piccolo” e la nostra vera filosofia d’inclusione che fin dall’inizio abbiamo portato avanti. In questo modo i brand si sono resi conto di poter supportare concretamente i giovani talenti e di poterne anche trarre vantaggio per le loro produzioni future, attraverso una scoperta anche per loro stessi. Il Festival ad oggi è un incubatore di talenti unico al mondo, ogni anno i registi giovani che partecipano al Festival iniziano a lavorare per tantissimi marchi importanti.
3) Hai dedicato questi ultimi anni a produrre un festival per la città, con tutte le difficoltà che comporta. Ti senti un pò più milanese di prima?
Mi sento più milanese proprio perché sono riuscita a creare un punto d’incontro che prima non esisteva soprattutto nel panorama della moda. Siamo stati i primi a creare un evento veramente democratico nella Moda, la prima realtà in Italia che celebra l’immagine in movimento, lo storytelling, e permette a un pubblico aperto di scoprire questo nuovo universo creativo a cavallo tra moda e cinema, in forma completamente gratuita con i player più importanti dell’industria come Giorgio Armani, Rankin, Solve Sunsbo, Michelangelo di Battista, Franca Sozzani, Luca Guadagnino, Bruna Aveillan, Olivier Zham, Cass Bird, Max Vadukul, etc,etc. E’ un evento internazionale di Moda e Cultura. Attraverso questa iniziativa ho anche scoperto delle persone, che fin dall’inizio collaborano con il Festival, che io chiamo la Tribe, che hanno una sensibilità a me molto affine e che rappresentano un universo che mi piace molto. Insieme abbiamo creato un nuovo modo di vivere Milano.
4) Fashion Film, moda e cinema che danno vita ad un prodotto audiovisivo. Se dovessi descrivere questa forma d’arte a chi ancora non la conosce cosa diresti?
I fashion film sono un prodotto artistico unico che unisce tantissime forme d’arte, il cinema, la moda, la musica, la scrittura e molto altro. I fashion film hanno rivoluzionato la comunicazione di moda, sia per quanto riguarda l’approccio artistico, passando da immagine statica a immagine in movimento, sia per quanto riguarda le finalità e gli obiettivi che i brand perseguono. Grazie ai fashion film si ha un approccio più narrativo, a volte poetico o sperimentale legato all’espressione dell’estetica e dell’anima del brand, andando oltre alla semplice pubblicizzazione di un prodotto. Questo strumento, realizzato bene, crea un legame emotivo forte ed immediato.
5) Milano sta cambiando forma sotto i nostri occhi, per quella che è la tua esperienza con il festival la consideri una città ricettiva?
Sicuramente per alcuni aspetti lo è, e con la nostra iniziativa lo è stata. Devo dire che non tutta Milano è ancora pronta a determinati cambiamenti ma sicuramente il meglio ancora deve venire! Cè molta creatività che ancora rimane nascosta perchè alcune realtà sono chiuse e non pronte a cambiamenti o aperture. E’ arrivato il momento di fare sistema, di non pensare solo al beneficio personale o aziendale.
6) Se non fosse stata Milano dove avresti dato vita al Fashion Film Festival?
Lo avrei fatto ovunque io fossi stata..è un bisogno personale e professionale. Credo che nella vita si debba fare quello che uno vuole fare quindi se fossi stata in Messico o inArgentina, lo avrei fatto la.. Ma la mia vita mi ha portata in questa meravigliosa città che è Milano ed è stata lei a darmi la terra fertile per far crescere questo sentito e voluto progetto.