Costrutto

Fotografie di Sofia Mangini
Testo di Francesco G. Raganato

L’essere umano lo guardo di striscio, gli edifici no. Le architetture mi attraggono, mi emozionano, smuovono la mia sensibilità.
Cerco di catturarne le geometrie, le simmetrie, le peculiarità e portarle su un altro piano. Le isolo, spesso con un fondo neutro, il cielo, come se fosse un ritratto. Così le architetture vengono decontestualizzate e trasformate in qualcos’altro, ma pur sempre riconoscibile.
A dirla tutta mi interessano proprio le fisionomie degli edifici, i lineamenti, gli occhi, gli zigomi.
Un costrutto dove cerco di raccontare la bellezza di dettagli che normalmente non vengono notati. Una bellezza che racchiudono in sé, organica, e che non sempre è immediatamente visibile all’occhio ed alla mente dell’osservatore comune. Sono troppi ed eccessivi gli stimoli visivi del mondo intorno ad un edificio, troppa la frenesia della vita quotidiana. Distraggono.
Io cerco di mostrare una Milano nascosta, ma in bella vista. Una Milano che non è più solo quella discreta e silenziosa dei cortili, ma una Milano giunonica, come una donna di Helmut Newton, che non ha paura di esibire le sue forme, i suoi grattacieli lucidi di specchi.
Amo il carattere di questi edifici, la loro personalità e il loro modo di fare. Così particolare, così milanese.