Fotografie di Maria Clara Macrì

Io e Guido ci siamo rincorsi tutta l’estate.
Il caso ha voluto farci incontrare più di una volta senza volerlo e sempre in situazioni in cui io arrivavo e lui andava via o viceversa, tra Napoli e Roma.
Doveva arrivare il sole di ottobre ancora caldo per portarci al Callisto entrambi a coronare questo scambio di pellicole.
Buona parte della vita di Guido è scritta sulla sua pelle. Rincorro tra le mani e il volto i codici delle sue esperienze, tentando di decifrarli, mentre parliamo con gli avventori che si susseguono intorno al nostro tavolino e comprendo al volo che abbiamo la stessa attitudine con gli sconosciuti. Quella forma di empatia che fa stare a proprio agio le persone, che le attrae a noi come fossimo calamita, anche solo per un sorriso, uno sguardo, una frase. Caratteristica imprescindibile per noi cuori selvaggi con la macchina fotografica, che amiamo cercarci nell’altro, in strada, negli incontri.
Io e Guido siamo fratelli e compagni in questo ed è raro.
Guido sente casa più posti di Roma e uno di questi è Trastevere. Guido e Trastevere si
appartengono, si assomigliano anche. Me ne accorgo mentre mi porta a passo sicuro verso il suo secondo bar di fiducia. Le scritte sui muri, i font delle insegne dei negozi, i colori della strada gli stanno sempre intorno perfettamente, non potrebbe essere nato da nessuna altra parte se non a Roma, non potrebbe stare da nessuna altra parte se non qui.
Tra astrologia, amori interrotti e sogni ancora da conquistare capisco la linea che ci separa dall’essere completamente simili. La sua ricerca è qui, la sua vita è qui, la sua attrazione verso l’umanità è inesauribile proprio qui dove è nato e vuole trascorrere la vita. Mentre io non ho un territorio di riferimento nella mia ricerca, non riesco a entrare dove stanno le radici, cerco quello che si muove sopra e migra, sono un instabile nomade e così sono la maggioranza dei miei soggetti. La consapevolezza solida di Guido mi ha illuminato.
Così radicato alla sua terra ma anche in volo verso il destino che vuole, me lo vedo già fra qualche anno essere esattamente come desiderano le sue parole e provo a dipingerlo li in mezzo tra ciò che già è, quello che è sempre stato e il Guido che verrà.
Mentre ci allontaniamo mi sento leggera, ho un nuovo fratello a Roma sono felice.
A presto Guido.