Photo by Axel Swan Maldini
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La macchina fotografica è il mio diario, le mie fotografie pagine con una frase, una frase e mezza al massimo, perché sono sempre in movimento. Devo andare, devo tornare. Alla fine nei posti non ci sto mai davvero. Cioè quando ci sono, ci sono. Ma per poco. Per quanto non basta. Sono sempre altrove. Forse è per questo motivo che ho schivato le persone a lungo. Poi un mio amico mi ha detto di non farlo più, di non aver paura. E così ho fatto. Bisogna sempre ascoltare gli amici. Sono tornato a Milano dopo anni passati tra Londra e gli Stati Uniti. Ho riguardato questa città per la prima volta dopo tempo e proprio nelle facce della gente, amici d’infanzia o sconosciuti per strada, ho ritrovato qualcosa di familiare, di sopito. Quasi quasi stavolta rimango, mi son detto. Son ripartito. Prima di andare ho fotografato una rosa abbandonata sul cofano di una macchina. È il mio autoritratto più riuscito.
Testo: Francesco G. Raganato