Il nuovo Derby

Photo e testo by Delio Bartolucci Boyle

Abbiamo deciso di raccontarvi il derby del basket non per la partita ma per l’evento che rappresenta per la città. Primo match per l’Allianz Cloud, Palalido per gli amici, ed è un bene che un palazzetto intriso di storia torni a veder danzare le scarpe sul parquet: “come si vede il basket qui, non si vede da nessuna parte” dicevano del vecchio impianto i milanesi. Quei milanesi che “qui” hanno visto gente come Ginobili o Petrovic, Chamberlain che si esibì con gli Harlem Globtrotters o Micheal Jordan, quando ha presentato la sua linea nel 2006. Erano quasi 40 anni che mancava una stracittadina del basket. Al tempo l’Olimpia sconfisse Pallacanestro Milano mandandola in A2 e decretandone la fine. Oggi sfida la neo promossa in A2, l’Urania. Lo stadio tecnicamente è dell’Urania ma la differenza casa-ospiti, o fattore campo, è quasi inesistente in un forum che verrà usato anche dall’ AX Armani Exchange di Ettore Messina, Olimpia per gli amici.
L’Olimpia fa capo direttamente al Sig. Armani; Basta quindi il suo nome a far capire di che squadra si tratta, nel quintetto di partenza quattro sono in nazionale. Molti però sono curiosi di vedere anche quello fuori dal campo, in panchina: Ettore Messina. Una leggenda. L’allenatore che debutta con l’Olimpia è tra i più titolati d’Europa. Chi ama il basket lo conosce soprattutto perché con un curriculum cotanto importante, nel 2014, va a fare l’assistente di un certo Gregg Popovic, a San Antonio, cittadina nel Texas. Pop sta al basket come il maestro Yoda sta a star wars. Per cinque anni Ettore ha vissuto accanto a Pop e ne ha carpito i segreti, le tecniche, il rapporto con i giocatori, con gli assistenti, fare in modo che tutti si sveglino la mattina pensando cosa possano fare per farti lavorare al meglio, così Ettore descriveva la sua esperienza americana. E sul modello Pop-San Antonio ha voluto impostare la sua opera milanese, ottenendo anche la dirigenza sportiva. Tanto potere, tante responsabilità. Siamo certi che farà bene e bene abbia fatto Armani e la dirigenza a reimportare in Italia il nostro miglior know-how, arricchito dalla scuola d’oltreoceano. Se quella di Ettore con L’Olimpia si spera possa diventare una storia dalle molte decadi l’Urania Wildcats sembra aver altrettanta lungimiranza, ha un vivaio di 400 ragazzi in cui potrebbero esserci i campioni di domani, tra cui il figlio dello stesso Ettore Messina, Filippo. Ed è questa storia tra passato e futuro che ci ha interessato, e come noi molti altri. La partita finirà come deve finire, ma chi guarda davvero il punteggio in una giornata di festa? La partita era una scusa, un modo per stare insieme, salutarsi e dare il benvenuto, o forse meglio dire il bentornato, al figliol prodigo del basket di Milano. Il basket sarà sempre uno sport in cui un tifoso può stare circondato da quelli della squadra avversaria, esultare al momento sbagliato e non essere malmenato dagli astanti. Nel basket se simuli un fallo ti guardano male anche i tuoi compagni. Per questi, e mille altri aspetti, che diventano valori, è uno sport che merita di essere visto e giocato. Al campino come nei palazzetti. Negli States, dove amano la sintesi, dicono: I love this game. We love it too.