LE STELLE E LA LUNA

Fotografie di Simone Sapia

Fondata intorno al 1368, nella foreste del Monte Halimun, nell’isola di Giava, sorge la comunità Sundanese di Kasepuhan Sinar Resmi.

La maggiore fonte di sussistenza della comunità è l’agricoltura, in particolare la risicoltura.

Il momento esatto della semina viene deciso attraverso l’osservazione dei segni astronomici, con una tecnica che viene tramandata da generazioni. Langit, il cielo, custodisce la chiave della conoscenza locale, guidando la coltivazione delle terre.

La saggezza ancestrale impone che i tempi per coltivare la terra inizino con l’apparizione delle costellazioni di Kerti e Kidang. Quando Kerti appare all’orizzonte occidentale, tutta la comunità deve preparare i propri attrezzi agricoli, quando Kidang appare all’orizzonte orientale, significa che si può scendere nei campi e procedere con la pulizia, preparazione e semina.

Il lavoro nei campi è ad appannaggio della collettività, tutti i membri se ne prendono carico, con mansioni diverse contribuiscono alle varie fasi della semina, cura dei campi e raccolto. Le terre sono proprietà dell’intera comunità e non dei singoli individui. È proibito effettuare più di un raccolto l’anno, gli antenati hanno trasmesso l’insegnamento secondo cui la terra va considerata come una madre che non può partorire più di un figlio all’anno.
La residenza di Abah Ugih, il capo villaggio, posizionata a livello strategico all’ingresso del villaggio e allo stesso tempo sulla piazza principale. È proibito effettuare più di un raccolto l’anno, gli antenati hanno trasmesso l’insegnamento secondo cui la terra va considerata come una madre che non può partorire più di un figlio all’anno.
Una bambina si accinge a raggiungere l’unica scuola del villaggio, una scuola primaria. Una volta conclusi gli studi primari, per continuare bisogna raggiungere le scuole delle città più grandi.
Per le strade dei villaggi è facile incontrare uomini che svolgono mestieri domestici, a Kasepuhan anche le donne lavorano nei campi, quindi spesso si danno il cambio nelle faccende domestiche o nell’accudire i bambini.
Una donna alle prese con la pulizia dei chicchi di riso. Per rimuovere la buccia, i chicchi vengono lanciati ritmicamente in aria in modo che il vento possa spazzare via le impurità e svuotare il chicco.
Tutto il lavoro nei campi e fuori viene effettuato a mano e con le metodologie tradizionali, senza l’aiuto di macchinari meccanici i quali sono severamente vietati, come è vietato entrare nei campi allagati con stivali o qualsiasi tipo di calzatura
Tutto il lavoro nei campi e fuori viene effettuato a mano e con le metodologie tradizionali, senza l’aiuto di mezzi meccanici i quali sono severamente vietati, come è vietato entrare nei campi allagati con stivali o qualsiasi tipo di calzatura.
Ibu Heny con alle spalle un Leuit, il granaio tradizionale dove viene conservato il riso raccolto. Ad oggi vengono coltivate più di 70 varietà di riso tradizionale. Alcune di queste varietà hanno una storia centenaria, per questo la comunità si prende cura e conserva con attenzione anche i semi nei Leuit, in modo tale che questa tradizione non venga perduta definitivamente. Il raccolto viene suddiviso in parti uguali. Le regole impongono il divieto di vendita del riso, che in alcuni casi può essere al massimo barattato con altra merce.
La struttura della cucina tradizionale sundanese è composta da un focolare al centro della sala, alimentato da legna. Ad oggi, la maggior parte delle attività del villaggio vengono svolte secondo i metodi tradizionali, non esistono cucine a gas o elettriche, la cottura dei cibi avviene esclusivamente attraverso l’uso del fuoco. Ad oggi, la maggior parte delle attività del villaggio vengono svolte secondo i metodi tradizionali, non esistono cucine a gas o elettriche, la cottura dei cibi avviene esclusivamente attraverso l’uso del fuoco. La religione ufficiale è l’Islam, ma sono forti le influenze delle religioni animiste sundanesi.
Le donne del villaggio si riuniscono per cucinare assieme per preparare il cibo per festeggiare la festa della semina. Ad oggi, la maggior parte delle attività del villaggio vengono svolte secondo i metodi tradizionali, non esistono cucine a gas o elettriche, la cottura dei cibi avviene esclusivamente attraverso l’uso del fuoco. La religione ufficiale è l’Islam, ma sono forti le influenze delle religioni animiste sundanesi.
Una donna alle prese con la conservazione del riso appena cucinato, e che verrà consumato il giorno dopo
Ibu Suspita, moglie di Abah Ugih, ritratta nel salone della loro residenza, con alle spalle i ritratti di famiglia.
Abah Ugih in conversazione privata con uno degli anziani del villaggio.
Abah Ugih, il leader della comunità, un titolo ereditato da generazioni all'interno della sua famiglia. Abah Ugih è una personalità altamente carismatica, stimata dall'intera comunità per il suo carattere paziente, saggio e lungimirante. Parla sempre con tono pacato, scegliendo con cura le parole e soffermandosi in lunghi momenti riflessione.
Abah Asep, fratello di Abah Ugih, e vice capo, ritratto mentre prende nota al seguito di una riunione riguardante delle condizioni dei campi.
Una casa addobbata con festoni per la cerimonia di circoncisione di un bimbo.
Un gruppo di teenager si sposta in moto per raggiungere la cittadina più vicina. Nonostante il forte ancoraggio alle tradizioni, nel tempo, attraverso delle decisioni prese dopo dei colloqui tra i membri del villaggio e il comitato degli anziani, sono stati introdotti elementi tecnologici, come l’elettricità, smartphones, motociclette, e recentemente è stata anche creata una stazione radio e tv locale.
Alcune bambine giocano durante l’intervallo a Lompat Karet, un gioco tradizionale della cultura sundanese
Una bimba gioca con una farfalla, mentre dal riflesso della finestra si scorge la partita di calcio annuale che viene organizzata in occasione dei festeggiamenti per la semina.