Fotografie di Erica Zelante

Nelle zone rurali della penisola di Nicoya, una delle cinque zone blu del mondo, ancora oggi si raccoglie il mais in quello che diventa un momento di aggregazione e di aiuto comunitario. Infatti, ci si aiuta tra famiglie e vicini di casa. La maggior parte del mais prodotto è destinato all’autoconsumo e raramente alla vendita.

Queste pratiche, che un tempo erano tanto diffuse, oggi rappresentano le ultime resistenze del passato, in zone rurali in cui il tempo procede a un ritmo più lento.
I nuclei familiari si restringono, le nuove generazioni si spostano a vivere in grandi città dove ci sono più opportunità lavorative, i prodotti si acquistano nei supermercati a pochi minuti di auto.

Ma è solo un’illusione di progresso, perché l’autoconsumo e l’autosufficienza ci aiutano a slegarci dall’economia globale, alimentano produzioni e connessioni locali e ci rendono più liberi e uniti.

Il mais è alla base di molte ricette tipiche del paese.
Attrezzi da lavoro e qualche frutto per fare merenda.
Vengono coinvolti amici e vicini nella raccolta.
Si inizia molto presto la mattina, prima che il sole scaldi troppo.
Alcune pannocchie già ripulite e pronte per essere conservate.
Per la raccolta si procede in linea, avanzando.
Alcuni steli già piegati, sullo sfondo altri che devono ancora essere passati.
Una volta raccolte le pannocchie, si piega lo stelo per segnalare il passaggio.
Una volta raccolte le pannocchie, si piega lo stelo per segnalare il passaggio.
I primi sacchi vengono riportati indietro.
Non è solo lavoro, ma un vero e proprio momento di condivisione.
I sacchi vengono riempiti con le pannocchie ripulite.
I sacchi vengono assicurati per il trasporto.
Il mais è pronto per essere conservato nella calce e nella cenere.