Fotografie di Matteo Campagnoli
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Ero arrivato a New York nel 2001, alla fine di agosto, per studiare poesia con Derek Walcott, che mi aveva invitato a seguire il suo corso alla New York University. Le lezioni sarebbero iniziate di lì a poco. In quei primi giorni, ero ospite di Nicola, un amico di un amico, che abitava sulla 72esima strada, nell’Upper East Side.
La mattina dell’11 settembre è stato lui a chiamarmi per darmi la notizia che due aerei erano andati a schiantarsi contro le Torri Gemelle. Mentre parlavamo, le vedeva bruciare dalle finestre del suo ufficio di Dumbo. Erano passate da poco le nove. Ho acceso il televisore. Al crollo della seconda Torre, sono uscito. Era una giornata di sole spettacolare, senza una nuvola. I mezzi erano tutti fermi, si poteva andare solo a piedi. Mi sono incamminato per Second Avenue e all’altezza di Midtown ho proseguito verso l’interno, perché tutta l’area attorno alle Nazioni Unite era blindata. Arrivato a Union Square, sono sceso lungo la Broadway, da dove iniziava a vedersi chiaramente l’enorme colonna di fumo che si alzava dal World Trade Center. Quando sono arrivato in fondo a Tribeca, al confine della zona delimitata oltre il quale non si poteva più proseguire, era mezzogiorno passato.
Lungo il tragitto ho scattato all’incirca due terzi di un rullino già cominciato e due terzi di uno che ho finito il giorno dopo: quarantanove esposizioni in tutto. Ho poi continuato a fotografare per buona parte dell’autunno, finché, per ragioni ancora non molto chiare, ho smesso all’improvviso, non solo di fare foto a New York, ma di fotografare in generale, per una quindicina d’anni. Quando sono rientrato a Milano, alla fine del 2002, tutti i negativi e i provini sono finiti in una scatola. Solo di recente ho cominciato a pensare di riaprirla per capire cosa ci fosse effettivamente dentro. Adesso l’ho fatto.
La selezione che vedete qui comprende alcune fotografie dell’11 settembre, insieme ad altre del giorno prima (scattate sempre a Downtown, ero lì per sbaglio, diluviava), e altre ancora dei giorni seguenti.
(https://matteocampagnoli.com)