Fotografie di Nicola Iafrate
Rubrica Perimetro Naturale
RES ̶N̶O̶N̶ NATURALES contempla l’istinto naturale dell’uomo dominatore. RES ̶N̶O̶N̶ NATURALES rappresenta l’attitudine di Madre Natura nell’essere padrona inesorabile dei propri spazi.
Tramite scorci quotidiani, testimonianze raccolte in spazi considerati antropici e wilderness, la serie fotografica mette in contrapposizione l’ossessione umana per il controllo della natura e la potenza della natura stessa. Che siano intenzioni gentili o meno, l’uomo rivela il suo istinto dominatore tramite la progettazione e la continua appropriazione dello spazio naturale. La serie mette a confronto la potenza e la magnificenza della natura ed i diversi approcci dell’uomo nei suoi confronti, rivelando le rispettive indoli. Mentre la natura è rappresentata nella sua grandiosità, severità e sinuosità, l’uomo appare in secondo piano, celato dietro ai gesti con i quali comunica con essa.
Res non Naturales letteralmente significa “cose innaturali”. Per definizione, la maggior parte dei contesti in cui siamo inseriti al giorno d’oggi possono considerarsi artificiali, in quanto sono sempre plasmati dalla mano umana. Fino a qualche secolo fa, secondo la dietetica medievale di Galeno le Res non Naturales erano quelle funzioni della vita umana regolabili attraverso il comportamento e la volontà. Erano sei ed erano identificate in: sonno e veglia, esercizio e riposo, fame e sete, cibo e bevande, deplezione e replezione, e moti dell’animo, cioè le emozioni. Tutte queste giocavano un ruolo fondamentale nel determinare la salute dell’individuo. Il saperle bilanciare era necessario per poter mantenere la salute. Nel mondo di oggi dominato da robot, il significato del termine naturale assume anch’esso connotazioni antropiche. La maggior parte degli spazi considerati naturali derivano in un qualche modo da azioni umane: un sentiero di montagna, la regolazione del ciclo dei boschi, la gestione di flora e fauna ne sono esempi lampanti. Il paesaggio agricolo è lo spazio della natura antropica per eccellenza. Come nel mondo dei vini, in cui l’aggettivo naturale indica il ridotto intervento umano nei processi di vinificazione, nonostante la vera contraddizione, in quanto il vino è per antonomasia l’interpretazione umana della natura; anche in questa serie l’aggettivo (non) naturale intende creare provocazioni nell’osservatore e riflessioni sul significato di spazio naturale. In contrapposizione al significato che assumeva nella dietetica medievale, le sex Res non Naturales sono gli aspetti del nostro essere che più si avvicinano alla nostra indole, in quanto azioni incondizionate, necessarie per le nostre funzioni biologiche e nostro mezzo di comunicazione intrinseco con il patrimonio che ci circonda. Sono esse a metterci in comunicazione con il tutto, ed è il farci sovrastare dinanzi la natura, l’asprezza di una montagna, il silenzio di un bosco, una pianura sconfinata, che ci dà la sensazione di appartenere ad un tutto che va al’di là della nostra effimera vita. La serie fotografica intende suscitare nell’osservatore moti ed emozioni legate al suo rapporto personale con la natura. RES ̶N̶O̶N̶ NATURALES è realizzata interamente con scatti analogici, come interpretazione personale dell’esperienza sensibile data da tempi e spazi in contrasto con quelli odierni, dal senso del limite e dall’imperfezione.
Bologna, 12/08/2023