Expo _ Opxe

Photo by Luca Mattarazzo

Il Primo Maggio 2015 apriva Expo Milano, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. 184 giorni; 21,5 milioni di visitatori complessivi provenienti da 140 paesi; 2,3 miliardi di euro spesi dagli italiani (tra viaggio, albergo, ingresso, ristorazione) per visitare l’Esposizione; 54 padiglioni e 9 cluster che radunano 70 paesi; la visita di 60 capi di Stato e 300 delegazioni istituzionali; 272.785 visitatori in un solo giorno (il 10 ottobre 2015) Dalla foto della posa della prima pietra, ho trascorso i sei mesi successivi dentro questa realtà, rinchiuso in questo posticcio mondo fatato, la Disneyland del food. Ogni giorno dalle 8,30 di mattina a tarda sera, dalla primavera all’autunno inoltrato, chilometri di suole consumate avanti e indietro lungo il decumano, una media di 15 km a piedi al giorno a piedi. Mesi trascorsi fotografando, inviando foto ai giornali, schivando visitatori, dando informazioni e suggerimenti come fossi una guida turistica, litigando con gli addetti alla sicurezza privata che puntualmente intralciavano il nostro lavoro, e code, lunghissime code ovunque, anche per pisciare. Poi, finalmente, arriva la giornata di chiusura, con la cerimonia ufficiale e lo spettacolo pirotecnico. Uscendo quell’ultima volta da Expo ho provato un senso di liberazione e soddisfazione per aver portato a termine questo enorme e faticoso lavoro. Le risate e la fatica condivisa con i colleghi reporter lì con me ogni giorno sono un ricordo ancora vivo, mentre i fantasmagorici e grotteschi padiglioni pieni di gente sono invece un ricordo lontano, spazzato via dalle ruspe.