Tuscoss El Cambia

Fotografie di Pietro Coppo
Testo di Pietro Coppo

 

 

Roberto girovaga per le strade di Milano estraniato dai propri d’intorni, una volta familiari e rassicuranti, ora alieni e irriconoscibili. I giovani di oggi li chiamerebbero surroundings non d’intorni, perché le frasi ormai si terminano con inglesismi e non più in italiano, quanto meno in dialetto.

Un dialetto che per Roberto rappresenta l’ultimo Baluardo ormai più esotico del ‘Que lo que loco”
che si sente dai Domenicani dei campetti di basket di via Nervesa e il ‘ni hao’ dalle raviolerie di Paolo Sarpi.

Roberto è ormai un animale in via di estinzione, come un indigeno del latino America la cui lingua pre ispanica diventa l’unico legame rimasto con la propria cultura ormai spazzata via dal mondo occidentale e da libri di storia scritti da uomini bianchi.

Ma Roberto come molti suoi coetanei diventati uomini durante gli anni di piombo tra le rime di Coney Island Baby di Lou Reed e le rapine in banca del Bel René ha una dote che i millennials di oggi non imparano nei loro apprendistati non retribuiti all’estero: La dote di saper sdrammatizzare.

E infatti ‘te quí’: Roberto sdrammatizza e manda tutti al diavolo, anche la signora Brambilla del terzo piano che provò a spiegargli il grande fenomeno della gentrificazione, lui continua a girovagare solo, tra le tabaccherie ora diventate coworking spaces, le piccole librerie diventate ‘book stores’ e i prati verdi ora trasformati in boschi verticali.