Fotografie di Vincenzo Metodo
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«Samurai mi piaceva per il concetto che fuoriesce del film “I sette samurai”. Non erano i samurai feudali, quelli assoldati dalle famiglie imperiali, loro erano guerrieri emancipati che decisero di proteggere una famiglia di contadini nonostante questi non avessero la possibilità di pagare i loro servigi. Combatterono e si unirono per umanità; mi piaceva il concetto di samurai come uomo libero, che aiuta in una situazione difficile ».
Simone Torrone ha 23 anni ma fa il writer da quando ne aveva 15 e per tutti si chiama Samurai: di notte diventa invisibile e a volto coperto tagga col suo nome gli edifici fatiscenti, i luoghi abbandonati, i muri delle strade in cui è cresciuto. Il suo è un messaggio attivo di denuncia sociale e politico che dà voce alle ingiustizie sociali, all’emarginazione e alle oppressioni che va dalle periferie di Napoli alla causa palestinese.
La storia di Samurai è parte del più ampio progetto Discovering Miriam, nato dall’incontro con l’attivista palestinese Miriam Granata, racconto di più di due anni di esperienze tra Napoli e la Palestina. Queste immagini documentano l’intervento di Samurai in uno dei luoghi-simbolo dell’abbandono e dell’ingiustizia sociale: le Vele di Scampia. È qui che Samurai ha voluto lasciare ai ragazzi di Napoli il suo messaggio, prima di partire dall’Italia.