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25 MIN – 65€
60 MIN – 180€
Giacomo Guidi, maturità classica, laurea in Beni Culturali presso la LUMSA è stato docente presso il Sole 24 Ore e ha all’attivo sedici anni di attività nel mondo dell’arte contemporanea, vantando collaborazioni con artisti di fama internazionale quali Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Robert Berry, Maurizio Mochetti, Gianni Piacentino. Ad oggi trentacinque sono i libri editi, circa novanta i progetti espositivi in spazi privati e dodici le mostre istituzionali progettate, prodotte e curate da Guidi tra cui Viceversa presso la Biennale di Venezia nel 2014 con opere di Giulio Paolini e Marco Tirelli e quelle in collaborazione con il MACRO di Roma, molte delle quali in seguito esportate all’estero: la mostra su Vittorio Messina infatti dal MACRO ha poi avuto risonanza presso la Kunsthalle di Göppingen, Giulio Paolini presso il Whitechapel di Londra, Marco Tirelli ha in seguito esposto presso il museo Saint-Étienne, il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma. L’esposizione di Maurizio Donzelli presso il Palazzo Altemps a Roma, curata da Giacomo Guidi, è stata inoltre la prima mostra d’arte contemporanea all’interno del polo della Sovrintendenza Archeologica Romana. Collabora in seguito con Villa Massimo, realizzando un ciclo espositivo dal titolo Soltanto un quadro al massimo, binomio progettuale tra artisti italiani e artisti tedeschi. La collaborazione con il Museo delle Mura a Roma, inoltre, ha visto protagonista una mostra collettiva scultorea che ha il merito della riapertura del museo dopo vent’anni dalla sua chiusura.
Fondatore e direttore artistico dello spazio Contemporary Cluster nello storico palazzo Cavallerini Lazzaroni dove contemporaneità e interdisciplinarietà si fondono, generando un flusso senza eguali di dialogo tra diversi settori e arti. Fucina creativa nel pieno centro di Roma, Contemporary Cluster dedica la propria attività alla contaminazione tra le discipline, superando i canoni tradizionali dell’arte e orientandosi verso un’idea di contemporaneità totale. Scambio e ricerca costante hanno portato la Galleria ad ottenere il riconoscimento come miglior spazio ibrido d’Italia 2019 di Artribune. Qui, mostre ed eventi poliedrici si alternano dando vita a uno spazio che ospita il contemporaneo in tutte le sue forme, ne fruisce della propria arte e offre i suoi benefici al proprio pubblico.
Il carattere interdisciplinare di Cluster, infatti, ha attirato negli anni artisti provenienti da ambiti differenti che hanno trovato nella Galleria il luogo adatto per una collaborazione sinergica, in un dialogo artistico e culturale innovativo. Le interazioni tra artisti, settori e spazi differenti hanno così generato mostre collettive e incontri con il pubblico in una costante ricerca di progettazione.
Hanno partecipato alle attività del Cluster artisti come Luca Pozzi per la visual art, Paolo Cenciarelli per la fotografia, Donato Piccolo, Luca Mamone, Pietro Sedda, NONE Collective, ROBOCOOP, Motorefisico, Artefatto, Cristiano Pintaldi, Joe Clark, Jacopo Mandich, Gerald Bruneau, Fabrizio D’Arpino, Gustavo Martini, PPPattern, Gustavo Martini, Angelo Cricchi, Lumen et Umbra, Alex Braga, Omino71, Paolo Monti, Klevra, Domenico Romeo, Cristiano Toraldo Di Francia, Max Papeschi, Leonardo Petrucci, Nicolas Schoffer, Young Signorino, Cristiano Godano.
Le attività del Cluster non si sono fermate neanche durante il periodo di lockdown, dove tramite un salotto virtuale sul profilo Instagram della galleria, Giacomo Guidi ha continuato a proporre il dialogo e il confronto delle arti tipico della galleria con personaggi come Cristiano Leone, Gianluca Marziani, Stefano Antonelli, Alioscia Bisceglia, Paulo Von Vacano, Donato Piccolo, Luca Pozzi, Sara Ricciardi.
Gianluca Marziani per Dagospia lo definisce: «uno che chiama sempre all-in nei suoi progetti, uno che spinge le fiches al centro col rischio rumoroso di sbagliare ma con la qualità armonica dei visionari volanti».
Ginevra Corso, su The Walkman, scrive di lui: «Giacomo non è un personaggio, perché la parola stessa negherebbe la sua profonda fluidità. Giacomo non ha etichette rassicuranti, anzi, solo a parlarci non sapresti dire fino a che punto le tue convinzioni possano rimanere stabili. A lui piace levartele, le certezze. Per aprire un confronto, un viaggio, uno scontro».
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