Matteo Fiorentino
Milano, 1996.
Mi sono avvicinato al mondo della fotografia in età pre-adolescenziale. Anche da bambino ogni tanto sperimentavo con le usa e getta, sarà stata colpa della vecchia Zenit di mio padre che teneva in casa, mi ha sempre incuriosito e attratto. Andando avanti con gli anni e scoprendo questo mondo ricercavo sempre più un tipo di immagine che mi appartenesse. Freneticamente e inutilmente tentavo di ritrovarmi nelle immagini che scattavo, nonostante la quantità e la diversità del genere. Successe poi che mio nonno mi regalò la mia prima macchina a pellicola, 35mm a telemetro. Quella macchina mi insegnò la pazienza e la cura; quanto pur semplice possa essere una cosa è ciò nonostante in grado di trasmetterti tanto. Cambiai radicalmente il mio approccio. Presa confidenza con lo strumento e la pellicola più andavo avanti nello scattare, più le immagini che producevo mi regalavano le emozioni di cui ero alla ricerca. Decisi quindi di concentrarmi sullo still life e paesaggi urbani, trovandomi a mio agio con essi, utilizzando la complicità acquisita dopo tanti rullini tra me, la macchina e il soggetto.