Nuda proprietà

Photo by Alan Maglio

Ormai faccio questo lavoro da quasi cinque anni. Entro nelle case degli altri su commissione, sempre con qualche minuto di ritardo rispetto all’orario stabilito. Qualche volta mi capita di avere le chiavi e poter andare solo, libero di muovermi indisturbato tra le varie stanze: è la condizione migliore per fotografare gli appartamenti. Si è creata una forma di intesa con gli agenti immobiliari. So che tipo di foto si aspettano da me: ampie vedute dei locali, da più angolazioni, con più luce possibile. L’idea che la vita lì dentro possa essere fresca e leggera – questo fa vendere gli immobili. Alcuni venditori non sopportano gli interni troppo vissuti, colmi di oggetti, specialmente se sono vecchi e non parlano al presente. Con loro non faccio mistero di amare quel tipo di scenari, per me sono pieni di dettagli e storie da immaginare. Quando sono presenti ai servizi fotografici che mi assegna l’agenzia, certi proprietari mi seguono come un’ombra. Controllano ogni mio movimento nella loro abitazione, come se i preziosi segreti che vi sono contenuti possano essere improvvisamente esposti e visibili. Rivelati.

Sono un perfetto estraneo autorizzato a osservare l’universo delle vite d’altri – quello più intimo e privato
– con il privilegio di poter fotografare tutto, con calma. Le case vuote, le case strapiene, quelle arredate in maniera minimale e quelle in cui c’è ancora la carta da parati degli anni ’70. La nuda proprietà e tutti quei livelli di vita che si susseguono. Gli oggetti sulle mensole, un promemoria attaccato alle piastrelle del bagno, le scarpe in fila sui ripiani dello sgabuzzino. Quando entro apro piano la porta e per un attimo assaporo il momento, in attesa di ciò che mi aspetta oltre la soglia.