COLONNE D’ERCOLE

Fotografie di Giacomo Biassoni

Roma – non solo le sue periferie – è segnata da tracce antiche di attività legata alla terra: quello che un tempo era campagna è stato, nei secoli, fagocitato dall’Urbe, frutto di progressivi mutamenti urbanistici.

L’ “Agro romano” è un’entità topografica e geografica che indica le aree rurali di Roma, solitamente posizionate oltre il Grande Raccordo Anulare. Come entità amministrativa, comprende le periferie ed i “suburbi” di Roma. Fino a circa quarant’anni fa, questa vasta area comprendeva i territori dell’attuale comune di Fiumicino (a più di trenta chilometri dal centro storico), istituito soltanto nel 1991.
La presenza, in tutte le direzioni, di segni dei fasti dell’Impero romano e quella – millenaria – della Chiesa contribuiscono a rendere quest’area un complesso mosaico ricco di storie, estremamente eterogeneo e di una complessità che solo la sua città può vantare e che alterna al cemento, ai quartieri ed ai monumenti, porte, casini di caccia, vecchi fondi ecclesiastici e torri medievali, vestigia di un mondo perduto al di là di immaginarie “Colonne d’Ercole”.
Il mondo del presente progetto (non più “finito”), ancora in fase di gestazione, si dischiude dunque oltre le vie consolari dell’Ardeatina, Laurentina, Tiburtina, Appia Antica e Aurelia, oltre Saxa Rubra, il Trullo ed il Corviale.

Paesaggio tipico di Castel di Leva, frazione di Roma posta tra la via Ardeatina e Laurentina.
“Ferula communis”, o volgarmente conosciuto come “finocchiaccio”. E’ una pianta che caratterizza il paesaggio della campagna romana. In passato, i pastori e gli artigiani impiegavano il suo fusto per impagliare sedie e ceste.
Paesaggio di Castel di Guido verso la frazione di Testa di Lepre, lungo la via Aurelia.
Paesaggio di Castel di Guido all’altezza dell’Oasi della Lipu.
Ex cave di tufo lungo l’Autostrada dei Parchi. Qui, all’altezza di via di Tor Cervara, praticano la pesca sportiva. Il corso dell’Aniene è caratterizzato da un paesaggio di questo tipo: nell’Antica Roma, materiali e risorse impiegate nell’edilizia viaggiavano via fiume per arrivare fino all’Urbe.
Paesaggio della campagna romana in corrispondenza della tenuta Ceribelli, lungo via Cristoforo Colombo. La tenuta continua ad essere proprietà, in parte, dell’omonima famiglia originaria di Bergamo, stanziatasi a Roma, orientativamente nella prima metà del xix secolo, per dare seguito ai propri affari. Oggi, quello che un tempo era un’azienda agricola virtuosa alle porte di Roma è in gran parte stato donato al Comune.
Scorcio della campagna nei dintorni di Maccarese, lungo la Via Aurelia. Fino a poche decine di anni fa, quest’area distante più di trenta chilometri da Roma erano sotto la giurisdizione della Capitale.
Monte Cucco, còlle che domina la borgata del Trullo. Sul Monte Cucco sopravvive l’attività pastorale, grazie a diverse famiglie che abitano l’area, dalla Magliana a Via Isacco Newton.
Scorcio dell’ansa del Tevere all’altezza della Via Flaminia.
Rudere sulla via Portuense, all’altezza del complesso residenziale del Corviale.
Pini all’interno dell’azienda agricola di Castel di Guido.
Tracce lungo la via Appia Antica.
Testa di Lepre, frazione di Roma lungo la Via Aurelia.
Borgo di Castel di Guido, frazione di Roma.
Verso Testa di Lepre e, più in fondo, via Boccea.
I casali abbandonati delle vecchie tenute dei Torlonia, a Fonte Laurentina.
Tracce sul Montecucco, Trullo.
Paesaggio della Tenuta Ceribelli o Tenuta di Tormarancia, area verde situata lungo Via Cristoforo Colombo, tra la borgata storica di Tormarancia e il quartiere di Roma 70.
L’ovile, vuoto, di Montecucco.
Il tratto di ciclabile che collega Ponte Milvio a Labaro, all’altezza della diga del Tevere.
Esemplari di vacche di razza frisone all’interno dell’azienda agricola di Castel di Guido. L’azienda agricola è, forse, il massimo esempio, a livello nazionale, di azienda agricola pubblica insieme alla tenuta agricola del Cavaliere, a Lunghezza. Alternata la gestione tra la Regione Lazio ed il comune di Roma, l’azienda ha vissuto in passato anni di grande produttività. Da subito, per quanto riguardava l’ambito zootecnico, venne deciso di introdurre una razza come quella frisona che garantisse alta produzione di latte.
Anche a Saxa Rubra, in un contesto in cui la natura è stata soppiantata da officine, capannoni e imponenti strutture come gli studi televisivi della RAI, sopravvivono attività come quella pastorale e dell’allevamento di bestiame.
Torre Righetti, sul Monte Cucco.
Lungo Via Portuense.
Paesaggio della campagna che circonda il santuario della Madonna del Divino Amore, lungo la via Ardeatina. Non molto tempo fa, questa, come molta parte della campagna romana, era un luogo insalubre, paludoso, malarico. I pellegrini giungevano a Roma attraversando luoghi inospitali come questo.
Pecore nell’ovile sopra il Monte Cucco, còlle che domina la borgata del Trullo.
Pecore nell’ovile sopra il Monte Cucco, còlle che domina la borgata del Trullo.
Paesaggio della campagna di Castel di Guido, alle porte dell’Oasi della Lipu.
La Riserva Naturale di Decima Malafede, all’altezza del Campus Biomedico di Trigoria. E’ un parco che arriva fino a Pomezia ed è il più grande di Roma.