COVID MUNDI AD MMXX

Fotografie di Roger Nicotera 

Roma eterna. Roma come un sogno. Roma in silenzio. Roma come non è mai stata. Roma: la mia città.

Insieme all’amica giornalista Roberta Savona, ho colto l’occasione per documentare ciò che stava accadendo – o meglio, non stava accadendo – nell’immensità di una città rimasta sola. Passeggiare per il centro storico, spostarsi nelle borgate, riconoscere ricordi e stupirsi davanti a dettagli mai colti prima, immergersi nel cielo terso e nel suo blu saturo, respirare l’aria pulita: essere là fuori è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. Ho avuto l’occasione di vivere per qualche giorno nel più grande museo a cielo aperto del mondo e, dopo settimane chiuso in casa, la maestosità di questo spettacolo mi ha inebriato.

E poi, d’un tratto, si è fatto avanti il fattore umano. Ci si scambia uno sguardo d’intesa con coloro che, malgrado tutto, devono andare al lavoro. I saluti a distanza rimbombano in piazza. Le forze dell’ordine ai checkpoint rivelano quanto, anche per loro, sia eccezionale essere soli in mezzo a quello scenario, attraente e apocalittico allo stesso tempo. Le storie raccolte sono quelle dei ristoratori, nei locali chiusi, rimasti a far di conto mentre pensano a come pagare le bollette; quelle dei fornai che distribuiscono a chi non ha nulla; quelle delle donne anziane, ordinatamente in fila, per fare la spesa in uno dei pochi mercati rionali aperti. Gli sguardi, dietro mascherine a volte improvvisate, raccontano un nuovo modo di comunicare, una rinnovata necessità di non sentirsi più soli. La voglia di condividere sentimenti, senza vergogna, diventa bisogno primario, come mangiare e respirare.

Aiutare gli altri acquista un significato ancora più profondo. Ho incontrato Hamar nella penombra di una piccola chiesa in Trastevere, oggi adibita a dormitorio e mensa. Arrivata in Italia con la famiglia dalla sua Siria bombardata, oggi collabora con la comunità di Sant’Egidio per accudire i tanti senza fissa dimora che la pandemia ha reso ancora più invisibili. Infine c’è Jacopo, il ragazzo di appena diciotto anni che ha emozionato il mondo intero con la sua chitarra, sullo sfondo del tramonto di una Roma unica ed irripetibile.

COVID MUNDI AD MMXX è un viaggio fatto di vuoti e di pieni, di assenze e presenze, di pienezza e fragilità. Costretti a fare i conti coi nostri pensieri e con le nostre paure, sarà questa l’occasione per una crescita collettiva sostenibile, ragionevole e armoniosa?