Surgical mask hopes

Fotografie di Gabriele Puglisi

 

Per tutta la strada lastricata di via Paolo Sarpi si avverte il silenzio, è questo il vero virus che contamina la zona di Milano. “Noi ne avem minga paura” dice un signore anziano che è nato, cresciuto e vive ancora nella via ormai orientale. Entrando nelle farmacie la situazione sembra essere controllata, un dato però risulta: “comprano molte mascherine i cinesi, spesso per mandarle ai parenti in Cina”. Le mascherine, questo muro portatile (ma inutile) in realtà non si vede più di tanto nella via, a sprazzi qualche ragazzo cinese, ma è già una norma, ben prima che la peste mediatica contagiasse l’Italia e poi incontro alcuni ragazzi italiani, un ragazzo ha dichiarato di aver indossato la mascherina per via del passa parola degli amici e che provava un leggero imbarazzo nell’indossarla davanti i proprietari, ma che loro non sembravano infastiditi. La comunità cinese era molto restia nel parlare, anche stanca di rispondere alle mille telecamere, tant’è che appena sentivano “vorrei scrivere un…” gentilmente interrompevano la frase con un “no grazie”, i pochi sopravvissuti al logorio del giornalismo moderno, mi hanno chiesto di non far foto, ma una chiacchierata, e così è caduto il velo del mistero; la loro reticenza è causata dai mass media, che li fanno trasformare in animali da evitare, in via Paolo Sarpi però la convivenza non è cambiata. Per tutta la strada lastricata di via Paolo Sarpi, si aspetta che anche questa notizia venga sovrastata e che la gente ritorni di nuovo a sorprendersi della cultura che narrò entusiasta Marco Polo.