Foglio di contatto

Nessun contatto, nessun volto ha abbastanza gambe per amarla tutta. Una Roma che si conosce ma non viene riconosciuta, una città ormai vuota. Sono curioso e mi avvio a scoprirla, rimango steso a terra senza equilibrio; non capisco bene. Mi sono già perso. 

Roma confonde, visioni a contrasto l’accompagnano in questa cornice che non mi è chiara. 

Una Roma confusa, tra fori romani ed Ex ciminiere. Le vertigini aumentano sono le 12 di Ottobre, fa freddo ma il Colosseo prende fuoco.

Roma industriale che di industriale ha ormai solo il ferro esausto, che batte forte e sa di sangue.

Una città che tenta di crescere ma che porta voragini come calze; città che piange perché si vede bella ma non si sente amata.

Un Ritratto a 35mm che non lascia via di fuga a bug sociali e urbani, un progetto infinito e senza tregua che non porterà a nulla se non a qualche altra lacrima, colma di rabbia; volti vuoti che cercano posti in tavoli abbandonati, maschere funerarie che girano senza più sonno. Il nuovo cimitero è in festa e non ha più mura.

Una Roma di fascino e centrale, statuaria, che non lascia spazio a prospettive e ti sbatte in faccia le minime possibilità.

Il progetto è stato sviluppato in maniera grezza e molto curata. foto sviluppate e scannerizzate, stampate, toccate, violentate e riscannerizzate. Proprio come viene fatto con Roma.

La necessità di raccontare e mettere in luce oggettivamente queste realtà, seppur minime, sempre vere.

Non c’è denuncia sociale, non c’è diseguaglianza o nulla di tutto ciò. C’è solo la Caput Mundi con i suoi tentativi di crescita, con i suoi personaggi, distanti e incapaci di dialogare, c’è solo abbandono, situazioni surreali, un vagabondo ed una macchina non si sono mai somigliati cosi tanto. Le foto sono interferenze, miniature visive ed oggettive di questa città che batte e suona forte.

Roma è bella e non bastano 10 foto per renderle giustizia. Perché Roma è una giungla.

Foglio di contatto cerca le parole, cerca di comunicare ma non ha abbastanza corde vocali.