Fotografie di Gabriele Cialdella
L’era di Dempsey, Louis, Marciano, Aly e Tyson è passata. Negli ultimi dieci anni Mayweather è stato il volto della boxe. Le cose cambiano e i tempi cambiano con loro. Oggi è il momento della nuova generazione ma l’obiettivo rimane sempre lo stesso. Colpire e non essere colpito e incassare solo se necessario. Il punto è vedere quanto duri e quanto sai essere sveglio. Ma nella boxe ci sono così tante variabili che non esiste una ricetta per la vittoria.
– Cosa rappresenta la boxe nella tua vita?
– Cosa ti spinge a lottare?
– Quali sono le tue sensazioni quando sei sul ring?
– Chi è il tuo esempio? – Perché?
– Qual’è la tua sfida più grande? Il tuo sogno.
La boxe nella mia vita rappresenta la mia passione per la quale mi alleno tutti i giorni.
A lottare mi spinge la mia vita quotidiana nella quale ritrovo molti aspetti del pugilato come la costanza, l’impegno e la dedizione.
Quando sono sul ring provo molte sensazioni positive, quella che mi spinge ogni volta a continuare è l’adrenalina.
Il mio esempio nella boxe e Gennadij Golovkin. Un pugile freddo, educato e rispettoso.
La mia sfida più grande è quella con me stesso. Il mio sogno è vincere il Campionato Italiano.
Arturo Bariletti – classe 2000 – 63.5 Kg Élite – Glorious Fight Gym
Il pugilato mi ha decisamente migliorato la vita e grazie a questo sport sono diventato molto più sicuro di me stesso. I miei compagni di allenamento sono la mia seconda famiglia e insieme a loro cresco sia come persona che come pugile. Devo tutto alla boxe e ovviamente al mio maestro.
All’inizio dello sparring avevo molta paura dei colpi, ci ho messo molto tempo a superare la cosa. Pensavo solo alla difesa per cercare di prenderle il meno possibile e non ero per niente convinto quando portavo i colpi. Poi mi sono svegliato e ho iniziato a picchiare anche io senza pensare ai colpi che ricevo. Ultimamente quando sono sul ring cerco di non pensare a niente ma di fare andare le mani in più possibile. A volte penso a qualcosa che mi fa arrabbiare e immagino che il mio avversario possa avere fatto quella cosa, questo mi aiuta a picchiare più forte.
Il mio esempio è Edwin Valerio, un pugile poco tecnico ma molto cattivo che pensa solo a come demolire i suoi avversari. È il mio punto di riferimento proprio perché ispirandomi a lui sono riuscito a sbloccarmi sul ring. Nei primi tempi pensavo solo alla tecnica e non combinavo niente, poi ho visto i suoi incontri e sono rimasto colpito dalla sua cattiveria e convinzione.
Il mio sogno è sempre stato quello di vincere le Olimpiadi. Purtroppo non riuscirò a realizzarlo data la mia età, avrei dovuto iniziare ad allenarmi prima per essere notato dalla federazione. Dato questo sogno irrealizzabile mi piacerebbe diventare professionista per vincere più titoli possibili.
Il pugilato per me rappresenta una formazione vera e propria che non riguarda solo l’aspetto atletico ma anche psicologico, perché nel corso del tempo mi ha aiutato a essere più sicuro di me stesso e mi ha dato il coraggio di affrontare la paura e di controllarla. Penso che questo sia ancora più importante della parte atletica, in quanto quest’ultima la possiamo sempre allenare e migliorare ma se non siamo concentrati mentalmente e non riusciamo a gestire la nostra paura, l’atleta non sarà mai completo e non riuscirà mai a dare il meglio di se.
Ho iniziato a praticare il pugilato per diversi motivi. Fin da piccolo ero appassionato di sport da combattimento, mi piaceva vedere i film sul pugilato o qualsiasi altro film in cui si doveva combattere, quindi penso di aver ritrovato una vera e propria passione.
Sono sempre stato molto competitivo su qualsiasi cosa, mi piace confrontarmi con altre persone per testare le mie capacità, infatti quando mi sono iscritto per la prima volta in una palestra di pugilato il mio obbiettivo era quello di diventare un agonista e di poter combattere nei veri match. Inizialmente non è stata facile, facevo sparring con pugili più esperti o più pesanti e spesso avevo dolori alle braccia e anche sul resto del corpo, il naso sanguinava e mi causava parecchi problemi perché mi ritrovavo dei tagli che non mi permettevano di fare un altro sparring e dovevo aspettare più giorni per far si che le ferite si chiudessero.
Mi piace molto lo stile di Lomachenko, ha una boxe davvero efficace, precisa e veloce, con un gioco di gambe da fuoriclasse. Guardare i suoi match è sempre un piacere e mi rendo conto di quanto sia alto il livello tecnico di certi pugili. Mi capita spesso di mettere in tv alcuni dei suoi incontri per osservare come si muove e delle volte metto in pausa il video e lo riporto indietro di qualche secondo per rivedere i gesti tecnici che riesce ad applicare in diverse situazioni.
Penso che ogni pugile ha qualità diverse, c’è chi è molto tecnico sia con le braccia sia con le gambe e chi invece ha meno tecnica ma punta molto sul pugno forte. L’ideale sarebbe prendere tutto questo e unirlo in un unico pugile, ed è una cosa estremamente difficile.
Adesso il mio obbiettivo è quello di fare più esperienza possibile e macinare match. Solo cosi si possono ottenere risultati e un giorno sperare di arrivare in alto, magari al professionismo.
Per me la boxe è diventata più di un hobby o di uno sport, è un qualcosa che mi permette di mettermi in gioco con me stesso e anche un modo per avere una disciplina costante.
Sicurezza o almeno è la sensazione che cerco di avere.
Credo che la differenza più sostanziale sia nello stile della boxe, che col tempo cambia. Da un boxe più violenta nel passato ad una più ‘sicura’ nel presente.
Il mio esempio nella boxe è Mike Tyson, non tanto per i records ed i titoli che ha vinto nella sua carriera ma sono affascinato da quella che era la sua mentalità e per questo lo ammiro.
Ora come ora devo dire di non avere un sogno o almeno non lo definirei come tale. Pur essendo nella prima parte della mia vita ho molti obbiettivi e aspiro a migliorarmi ogni giorno sia nella boxe che nella vita in generale.
La boxe nella mia vita rappresenta un mio possibile futuro.
Quello che mi spinge a lottare è la mia determinazione e la voglia di vedere il mio avversario sconfitto.
Le mie sensazioni quando sono sul ring sono di timore e al tempo stesso di felicità.
Penso che il pugilato nel passato aveva una prospettiva più umile a differenza di quella di oggi. I pugili attuali combattono per business più che altro.
Non ho nessun esempio.
Il mio sogno è diventare un campione del pugilato.
Training circuito