Fotografie di Emanuele Gaudioso

My my parla di Bucaletto, un quartiere di Potenza costruito per ovviare all’emergenza post sismica del 1980. L’idea iniziale era quella che avrebbe dovuto dare temporaneamente alloggio agli sfollati della città ma oramai sono quarantadue anni che si trova lì. Costruito sul terreno davanti la ferriera cittadina e al margine della città, Bucaletto è stato per anni sinonimo di degrado e abbandono. Negli ultimi anni sono iniziati i lavori di demolizione dei prefabbricati e la costruzione di nuovi condomini, l’intento perciò è quello di trasformare il quartiere in una realtà cittadina, un esempio di rinascita ed impegno istituzionale.

Il terreno sul quale sorge Bucaletto appartiene alla diocesi di San Francesco ed è stato dato in affitto da questa al comune di Potenza per 90 anni.

La ferriera cittadina ha subito negl’anni pesanti critiche per l’elevata incidenza di malattie respiratorie riscontrata nei cittadini del quartiere. 

“Davanti i condomini nuovi, questi qua, che affacciano sulla ferriera, hanno messo queste centraline per il monitoraggio dell’aria. Qua non capisco, o forse capisco troppo bene, se non fa male come dicono perché metterle?”

“Io so una cosa, che stai tutto il giorno con questo rumore di sottofondo, come una pala eolica no? E’ li, ti svegli, dormi, mangi, esci, lui è là”.

“Queste strade, l’odore, ecco, l’odore dei pensieri di questo luogo ti rimane, ti perseguita, fino a quando sai che qua torni a dormire, puoi andare lontano dove ti pare, in città, in montagna, nella villa, tanto, sempre qua torni”. 

“Sai cos’è questo posto? Un bacino di voti. Qua ogni tot di tempo viene qualche politico, la RAI lo mette in mostra, e promette promette ma non cambia niente”.

“Non hai idea di quanto schifo c’è. Qua ci hanno ghettizzato, per il resto della città siamo come appestati. Nessuno ha controllato per anni, nessuno si è importato e qua c’è gente che vive che non può nemmeno mangiare”.

“Le demolizioni? Beh, le fanno si, ma tanta gente pure ha fatto a modo suo. Ha incendiato dove stava per farsi assegnare un alloggio in città dal comune. Altri sono tornati. Altri sono stati sfrattati con la promessa di un nuovo alloggio qui…”

“C’è gente che ha vissuto per anni con l’amianto in casa. Ti pare che qualcuno ha mai detto qualcosa? Pensa ad una famiglia no, con i bambini. Uno spazio piccolo, due bambini devastano tutto, metti che rompono il muro. Inizia a volare nell’aria e ti trovi dopo dieci anni in un letto d’ospedale.