Fotografie di Simone Pampurini
In cosa consiste l’immagine di un Paese?
Inizia così la raccolta di testi “Cerchi infiniti” di Cees Nootebom.
Questa è una delle domande che mi sono posto quando ho visitato per la prima volta il Giappone. È difficile trovare una risposta, soprattutto a causa del fatto che, quando ci rechiamo per la prima volta un luogo, partiamo con un immaginario già costruito che necessariamente influenzerà il modo in cui lo percepiremo.
La mia attenzione è stata catturata dall’apparente equilibrio in cui coesistono elementi tanto distinti tra loro. I riti e la tradizione, come radici, sostengono il continuo evolversi della modernità. La cura dei giardini crea un microcosmo dove le componenti naturali si fondono in un’armonia senza tempo. Il silenzio e la compostezza della moltitudine di persone che attraversano quotidianamente i quartieri di Shibuya e Shinjuku si contrappone al caos e agli innumerevoli stimoli luminosi.
La necessità di ricercare il giusto tempo per ogni cosa era indicata anche in un opuscolo informativo per affrontare la salita al Fuji: “Mantenete un passo lento e costante, fate pause frequenti per contrastare il mal di montagna, ma soprattutto per godere della vista e della presenza dei vostri compagni di viaggio”.



















